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Fonderie e fabbriche dismesse, finanziata la bonifica per sette "siti orfani"

Al via in Emilia-Romagna la bonifica di 18 luoghi con un piano da 27 milioni di euro. Fondi del Pnrr: dalla Regione via libera allo schema di accordo col Ministero dell’Ambiente e 16 Comuni coinvolti

Ex officine, fonderie, fabbriche di vernici, prodotti chimici, ceramiche, ordigni bellici. Tutte attività produttive che, una volta dismesse, hanno lasciato attorno a sé aree potenzialmente contaminate, a causa dei residui e degli scarti della lavorazione. In Emilia-Romagna, per diciotto di queste realtà (i “siti orfani”, così detti perché il responsabile dell’inquinamento non è individuabile, non c’è più o non provvede a tutti gli adempimenti previsti dalla legge) sono già disponibili oltre 27 milioni di euro. Risorse assegnate dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che consentiranno di bonificare i terreni, ridurre l’impatto ambientale e promuovere l’economia circolare.

“Nella nostra regione sta partendo una grande operazione di risanamento e rigenerazione ambientale, grazie alla quale verranno restituiti alle amministrazioni, ai cittadini e al tessuto imprenditoriale spazi importanti- commenta Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega all’Ambiente - Parliamo di realtà che finalmente potranno essere oggetto di un nuovo sviluppo sostenibile”.

Le risorse del Pnrr

La misura M2C4, investimento 3.4, del Pnrr prevede la bonifica dei suoli dei siti orfani, con una dotazione complessiva per tutto il Paese di 500 milioni di euro; l’obiettivo è la riqualificazione di almeno il 70% della superficie.

Per “sito orfano” si intende, secondo quanto indicato dalla normativa, un’area potenzialmente contaminata per la quale il responsabile dell’inquinamento non è individuabile, non c’è più o non provvede a tutti gli adempimenti previsti dalla legge. In tutti questi casi l’onere degli interventi sostitutivi di bonifica, messa in sicurezza e ripristino ambientale è in carico alla pubblica amministrazione.

In fase istruttoria la Regione Emilia-Romagna aveva candidato alle risorse 33 siti; di questi, 18 sono stati scelti dal Ministero.  Con apposito decreto ministeriale (4 agosto 2022), è stato adottato infatti il Piano d’azione per la riqualificazione dei siti orfani; Piano che ha assegnato a 16 Comuni dell’Emilia-Romagna (dove si trovano i 18 siti) risorse per oltre 27 milioni di euro.  La Regione sarà responsabile del controllo e del monitoraggio della realizzazione degli interventi finanziati.

Modena potrà contare su una larga parte dei fondi, circa 1 milioni, distribuiti su sette interventi.

Ex Fonderie Riunite (Modena) Risorse: 1.917.457 euro

Il sito è un comparto ex industriale dismesso collocato nell’area urbana, nei pressi dello stabilimento della Maserati. In passato è stato la sede di una delle storiche industrie siderurgiche di Modena, attività iniziata nel 1938 e dismessa nel 1983. La bonifica consisterà nella rimozione delle porzioni di suolo segnati dai residui dei molti anni di attività siderurgica pesante, riportando il quadro ambientale in condizioni di idoneità ai piani di riqualificazione in esecuzione su tutta la zona ex produttiva. La riqualificazione prevede, tra le altre attività, anche il recupero e il restauro architettonico del corpo di fabbrica che diventerà la sede dell’Istituto storico, e la realizzazione del Dast, il Distretto per l’accelerazione e lo sviluppo della tecnologia.

Residenziale Sassuolo Due (Sassuolo) Risorse: 487.716 euro

Il sito apparteneva al Sin Sassuolo-Scandiano istituito con decreto ministeriale 468/2001, poi derubricato a sito regionale. Fino agli anni ‘70-‘80 l’area, attualmente inclusa nell’urbanizzato cittadino, è stata la sede dell’azienda Marca Corona, uno degli insediamenti produttivi del settore ceramico più antichi della provincia di Modena (1741). Terminata l’attività ceramica è iniziata una riconversione urbanistica radicale, che ha portato la totale demolizione degli edifici industriali e poi alla realizzazione di un’area residenziale con relativo verde privato di pertinenza. Il sito è costituito dalla porzione terminale della grande operazione di riqualificazione, la cui bonifica vedrà la rimozione degli ultimi tratti delle storiche condotte di scolo industriali, e l’asportazione e messa in sicurezza degli ultimi residui di materiale non conforme interrato.

Ditta COMER (Sassuolo) Risorse: 97.543 euro

Si tratta di un’area parte dell’ex SIN Sassuolo-Scandiano. Collocata in una zona artigianale della città, durante operazioni edilizie, nel 1992 è stata rilevata la presenza di inerti interrati di origine ceramica, individuando il riempimento di una vecchia cava della zona. L’intervento consisterà nella messa in sicurezza dell’area su cui insistono capannoni industriali.

Solignano 2 Ex Frattine (Castelvetro di Modena) Risorse: 975.433 euro

Area parte dell’ex SIN Sassuolo-Scandiano. Il sito si trova in prossimità del fiume Tiepido, dove la depressione di una cava è stata tombata tra gli anni ‘70 e ‘80 con materiali di origine ceramica, da inerti a fanghi. Data l’estensione dell’area, oltre ai lavori di rifacimento dell’argine già effettuati dalla Regione, l’intervento consisterà in una messa in sicurezza permanente di tutto il comparto.

Abbandono rifiuti Area agricola (Marano sul Panaro) Risorse: 97.543 euro

In una zona fuori dall’abitato, in un’area prettamente agricola, su un lotto dove si svolgeva attività di commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli, nel 1992 è stato rinvenuto un deposito non autorizzato di rifiuti, in parte abbandonati. Si trattava principalmente di fanghi ceramici parzialmente interrati e lastre di cemento amianto depositate non in sicurezza. In seguito ai primi interventi da parte del Comune, le lastre di eternit e i rifiuti fuoriterra sono stati allontanati, mentre resta ancora la presenza dei fanghi ceramici interrati, oggetto dell’intervento di bonifica che, attraverso la rimozione, ripristinerà completamente il sito.

LAV-FER Srl ex F.D.M. (Campogalliano) Risorse: 487.716 euro

Area situata in zona artigianale prossima all’abitato dove, a partire dalla metà degli anni ‘70, si svolgevano attività di zincatura a caldo, con diversi proprietari successivi che hanno terminato l’attività alla fine degli anni ‘90. La bonifica consisterà nel risanamento del suolo contenente i residui dell’attività produttiva e nel ripristino della conformità ai futuri utilizzi.

SIPE NOBEL - LE BASSE (Spilamberto) Risorse: 6.074.230 euro

Il sito è una vasta area collocata tra l’abitato di Spilamberto e quello di Vignola, storicamente dedicata ad attività produttiva per materiale da fuoco e bellico, dove già dal ‘600 veniva prodotta polvere infiammabile ed esplosiva; attività che si è modificata nel tempo in base all’evoluzione del materiale bellico. Dopo la seconda guerra mondiale l’attività, gestita storicamente dalla ditta SIPE-Nobel, è progressivamente calata e in piccola parte trasformata in industria meccanica con l’inserimento di altre aziende del settore. La produzione è definitivamente terminata nel 1992. La bonifica è volta ad eliminare dal suolo i residui di materiale esplosivo derivanti da tanti anni di produzione, ripristinando un’area verde molto estesa, con grandi edifici di importante valore architettonico.

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