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Tutela del canale, Italia Nostra chiede di fermare il polo logistico di Castelfranco

L'associazione rimarca la necessità della tutela della cosiddetta "Canaletta del Buco", corso d'acqua che si trova lungo il perimetro del futuro insediamento in zona Venturina

Italia Nostra di Modena interviene nel merito del progetto, approvato nelle scorse settimane, che prevede la realizzazione di un grande polo logistico per la grande distribuzione organizzata nella periferia est di Castelfranco, tra via Emilia e via Villanoviano. Si tratta dell'urbanizzazione, già prevista in origine nel piano urbanistico, di un terreno oggi utilizzato a scopo agricolo, il cui impatto sul territorio sarà inevitabilmente importante, sia in termine di consumo di suolo che di flussi di viabilità.

L'associazione modenese critica il progetto, ponendo in evidenza un aspetto specifico, che ne minerebbe anche la legittimità formale. Si tratta della tutela dello storico Canale di Cento e di San Giovanni, corso d’acqua pubblico, iscritto nell’apposito elenco per l’intero suo corso dalle origini nei fontanili (le risorgive) del territorio di Castelfranco, ben tutelato noto anche come Canaletta del Buco. Un corso d'acqua che origina appunto da alcuni fontanili situati a sud dell'area artigianale Venturina, per poi proseguire per alcuni chilometri in direzione nord, sempre canalizzato.

Italia nostra spiega: "Con decreto luogotenenziale 29/9/1918 (Elenco principale acque pubbliche Provincia di Bologna) il canale “dal confine di provincia alle sue origini” è stato iscritto negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933 n. 1775. Il Canale è quindi tutelato ai sensi dell’articolo 142 del d.lgs. n. 42 del 2004, lungo tutto il suo corso, per una fascia di 150 metri misurata da sponde o piedi degli argini. L’assoggettamento a tutela è espressamente confermato dalla Regione Emilia Romagna con le deliberazioni della giunta n. 2531/2000 e n 143/2019, escluso il solo piccolo tratto del corso d’acqua in frazione Manzolino di Castelfranco Emilia tra “tra via Nazario Sauro e via Case Nuove nel centro abitato della frazione”, perché tombinato e quindi privo di rilevanza paesaggistica".

Per l'associazione questo avrebbe richiesto quindi un diverso approccio alla modifica urbanistica adottata dal Comune i Castelfranco: "Le delibere consiliari non indicano il parere (che quindi non è stato richiesto) della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio, dovuto ai sensi dell’articolo 16, comma 3, della legge 1150/1942 che prescrive di sottoporre preventivamente alla Soprintendenza i piani particolareggiati nei quali siano compresi immobili soggetti alla tutela delle cose di interesse storico/artistico o alla protezione delle bellezze naturali. Un vizio formale che invalida dunque la deliberazione del POC, mentre nel merito non sembra contestabile che la colossale opera attestata nel suo sviluppo di ben 183 metri lungo e contro la riva del corso d’acqua sia incompatibile con la tutela paesaggistica del luogo dove la Canaletta del Buco con il filare di piante sul suo argine di destra segna il limite dell’abitato e apre verso l’ambiente agricolo, naturalmente protetto, si direbbe, dalla avanzata dell’urbanizzato".

Italia Nostra pone la esigenza che l’Ufficio di tutela "faccia valere in linea di stretta legittimità la invalidità della deliberazione del POC assunta dal Consiglio Comunale di Castelfranco Emilia con la esclusione di un soggetto pubblico necessariamente partecipe del procedimento e opponga nel merito alla attuazione del previsto intervento edilizio attestato lungo 183 metri della sponda del corso d’acqua le ragioni di insuperabile incompatibilità con la tutela operante nel luogo".

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