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Nuovo Centro Pasti: al via i lavori in Strada Santa Caterina

Frutto di un partenariato pubblico-privato, entrerà in azione da settembre 2025 e produrrà 10mila pasti al giorno

Sono partiti questa mattina, con la simbolica posa della targa che sarà affissa all'edificio una volta terminato, i lavori per la realizzazione del nuovo Centro Pasti di Modena in Strada Santa Caterina, frutto di un partenariato pubblico-privato tra il Comune e la Società di progetto costituita da Cirfood e Ing. Ferrari, per la costruzione della struttura e la gestione del servizio di ristorazione scolastica e socioassistenziale. 

Il progetto nasce infatti attraverso lo strumento del project financing: enti locali e privati che uniscono le forze per lavori di pubblica utilità. Cirfood e Ing. Ferrari hanno avanzato una proposta di progettazione e l’amministrazione comunale, dopo averla valutata, ha inserito il progetto di fattibilità negli strumenti di programmazione e indetto la gara per l’affidamento della concessione che si è aggiudicata Modena Food Service. All’avvio del cantiere - che, se tutto va come deve andare, porterà ad avere l'edificio in funzione da settembre 2025 con una produzione di 10mila pasti al giorno per nidi e scuole d’infanzia del Comune e della Fondazione Cresciamo, primarie statali e strutture socioassistenziali del territorio - hanno partecipato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, la presidente di Cirfood Chiara Nasi e Pietro Ferrari, presidente della società Ing. Ferrari.

La società realizzerà la nuova struttura in 14 mesi, più altri quattro per l’allestimento e l’attivazione del servizio, con un investimento pari a circa 11.3 milioni di euro e gestirà il servizio di ristorazione per i prossimi 18 anni, trascorsi i quali l’edificio entrerà a far parte del patrimonio comunale senza oneri aggiuntivi. Modena Food Service, oltre che della produzione e della distribuzione dei pasti, si occuperà con personale formato anche della somministrazione nelle scuole secondo un modello che già si sta sperimentando.

Una struttura sostenibile e innovativa 

L’edificio, che sorgerà su un lotto di terreno concesso a titolo oneroso dal Comune, avrà una superficie di circa 2mila 700 metri quadri; punta a fornire come dicevamo 10mila pasti al giorno (contro gli 8mila che da trent’anni sforna l'attuale Centro Pasti) ottimizzando al massimo i concetti - ormai imprescindibili - di sostenibilità e innovazione. 

Sarà un edificio ad alta efficienza energetica, dotato di sistemi impiantistici che prevedono l’impiego di fonti energetiche rinnovabili. Tra questi, un campo fotovoltaico in grado di sopperire a circa il 65% del fabbisogno energetico annuo complessivo della struttura. Gli impianti previsti consentiranno di ridurre al minimo i costi di manutenzione con apparecchiature ad alta efficienza e affidabilità e un sistema di regolazione e controllo consentirà il monitoraggio dei consumi. Anche le attrezzature di cottura, preparazione e mantenimento all’interno del centro saranno ad alta efficienza energetica e dotate di tecnologia industria 4.0, connettibili al sistema generale di monitoraggio e gestione del centro.

Rifiuti organici e oli esausti saranno conferiti a un impianto specializzato di digestione anaerobica da cui si originano compost e biometano; l’olio vegetale esausto verrà invece destinato a un impianto di bioraffineria per la produzione di biodiesel: in ottica di economia circolare, questa operazione compenserà le emissioni dei mezzi utilizzati per il trasporto dei pasti verso le scuole.

Aree verdi

All’esterno, il concetto di compensazione passa attraverso il verde che, si promette, sarà tanto e garantirà una sorta di ‘cuscinetto’ a protezione dell’area agricola a sud e residenziale a ovest. 

La progettazione del verde non si limiterà ad aumentare le piantumazioni esistenti, ma introdurrà una novità: la realizzazione di un ‘frutteto didattico’ che accanto alla funzione ambientale ha anche un ruolo culturale e educativo. Specie da frutto, tipiche del territorio (pero abate, melo campanino, prugno modenese, durone nero di Vignola, vitigno lambrusco Sorbara, Salamino e Grasparossa) saranno organizzate in piccole formazioni a filari. Il frutteto sarà a disposizione delle scolaresche per recuperare la conoscenza organolettica, culturale e sociale del patrimonio agroalimentare locale e, nel contempo, garantire la trasmissione di saperi e tecniche di coltivazione.

Nelle aree esterne il progetto prevede infine la realizzazione di un impianto di laminazione e di recupero delle acque piovane, che verranno poi impiegate per l’irrigazione del verde.

La posa della prima pietra

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