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Violenza nelle strutture sanitarie, i medici: "Facciamo qualcosa prima che ci scappi il morto"

L'Ordine medici di Modena chiede aggiornamento protocolli sicurezza. Curatola: "Abbiamo scritto alle autorità, ma non ha risposto nessuno"

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"Facciamo qualcosa prima che ci scappi il morto, come purtroppo già successo in altre parti d’Italia. Non vogliamo partecipare a fiaccolate in ricordo di colleghi deceduti sul campo". È quasi una supplica quella che arriva dal presidente dell’Ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri di Modena Carlo Curatola dopo il nuovo episodio di violenza accaduto in un ospedale. Teatro, questa volta, il reparto del servizio psichiatrico di diagnosi e cura del nosocomio di Baggiovara, dove l’altro giorno un paziente ha seminato il panico e danneggiato i locali.

"Meno di un anno fa (il 3 maggio 2023) abbiamo scritto al prefetto, ai direttori generali e sanitari delle aziende sanitarie pubbliche e convenzionate, al procuratore della Repubblica per chiedere di aggiornare le strategie anti-violenza nei confronti degli operatori sanitari adottate dalle aziende sanitarie locali – dichiara Curatola – Con nostro grande rammarico dobbiamo constatare che non ha risposto nessuno. Eppure la gravità del fenomeno è sotto gli occhi di tutti e non da oggi. È stato istituito nel 2017, infatti, l’osservatorio locale del nostro Ordine sulla violenza ai sanitari. L’organismo non si limita a un censimento degli eventi sentinella, ma provvede periodicamente a segnalarli alla procura della Repubblica. Nel 2022 ha ricevuto 38 segnalazioni, l’anno scorso dodici e quest’anno una".

"Questi dati indicano per fortuna una tendenza al ribasso, ma sono parziali perché le segnalazioni arrivano soprattutto dai colleghi della medicina del territorio: medici di famiglia, pediatri, dentisti, liberi professionisti ecc. – precisa Curatola –  Per avere un quadro completo del fenomeno bisogna aggregare le segnalazioni ricevute dalle aziende sanitarie".

Per il medico modenese in linea generale si può affermare che la fine dell’emergenza Covid ha riportato un po’ di serenità nei rapporti medico-paziente, ma resta il problema degli ospedali e dei reparti più a rischio, come psichiatria e pronto soccorso, nei quali le situazioni delicate, unite alle carenze di personale e insufficiente vigilanza, possono creare un mix potenzialmente rischioso per gli operatori.

"Per questo riteniamo imprescindibile un intervento congiunto e massiccio delle istituzioni. Per parte nostra - conclude il presidente dell’Ordine dei medici di Modena – ribadiamo la piena disponibilità a collaborare attivamente nella creazione di una rete tra tutti i soggetti coinvolti".

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