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Potenziamento dell’attività chirurgica a Mirandola, l'Ausl presenta il piano. Aumenta il personale

Presentati alla Commissione Sanità del Distretto di Mirandola le direttrici di sviluppo e i progetti operativi della sanità sul territorio: dai 30 milioni di euro per Ospedale, Case della Comunità, Ospedale di Comunità e Centrale Operativa Territoriale, agli oltre due milioni per nuove strumentazioni; dall’impulso all’attività chirurgica alla Cardiologia votata all’integrazione tra ospedale e territorio

Investimenti sulle strutture e sulle tecnologie, potenziamento dell’attività chirurgica, con numeri in forte crescita, e una Cardiologia votata all’integrazione tra ospedale e territorio. Sono queste le principali direttrici di sviluppo della sanità sul territorio del Distretto di Mirandola presentate ieri alla Commissione Sanità. Un piano complesso e articolato, quello illustrato da Annamaria Ferraresi, Direttrice del Distretto di Mirandola, e Giuseppe Licitra della Direzione sanitaria del Santa Maria Bianca, che mira a consolidare e rafforzare servizi e percorsi a vantaggio dei cittadini del territorio mirandolese.

A partire dai muri: sono oltre 30 i milioni di euro previsti nel piano investimenti per questo Distretto, di cui circa 15 sull’Ospedale e la restante parte per strutture di assistenza territoriale quali Case della Comunità (nuove o da ristrutturare), Ospedale di Comunità (OsCo) e Centrale Operativa Territoriale. Tra gli investimenti che riguardano il Santa Maria Bianca, la realizzazione di posti letto di Medicina d’urgenza (8) e di Terapia semi-intensiva pneumologica e multidisciplinare (4), la cui conclusione è prevista per i primi mesi del 2024.

L’investimento strutturale va di pari passo a quello sull’innovazione tecnologica: oltre due milioni di euro sono riservati all’acquisto di strumentazioni come una risonanza magnetica nucleare, un ecografo per Cardiologia (già in uso), due mammografi, quattro diagnostiche radiologiche, un portatile radioscopia per il comparto operatorio, una colonna laparoscopica ad alta definizione (4K) per ginecologia/chirurgia, quattro set di ottiche per isteroscopie e una frigoemoteca per il Pronto Soccorso.

Dai muri alle tecnologie si passa al personale: lo sforzo nel reperimento di figure specialistiche, in un contesto nazionale di carenza di risorse mediche e infermieristiche, ha consentito di aumentare gli organici di Anestesia (6 unità mediche acquisite tra maggio e ottobre), Cardiologia (3 tra fine anno e inizio 2024), Ortopedia (1), Chirurgia (2), Medicina Interna (3), Pneumologia (2, di cui una da inizio 2024) e Radiologia (2, di cui una da inizio 2024). Il lavoro di consolidamento delle équipe è stato preceduto dalle nomine dei primariati di Chirurgia (Stefano Sassi), Ginecologia (Alessandro Ferrari), Ortopedia (Calogero Alfonso), Radiologia (Francesca Nasi), Pronto Soccorso (Elena Grossi), Cardiologia (Carlo Ratti) e Pneumologia (Alessandro Andreani).

Tra le aree maggiormente interessate dal lavoro di potenziamento delle attività ci sono la Chirurgia e la Cardiologia. Per quanto riguarda la prima sono evidenti i risultati di incremento: già concluso il piano di recupero degli interventi rinviati nel 2020 e 2021 a causa della pandemia, è vicino al 100% anche il recupero di quelli non effettuati nel 2022 (99,4%, contro l’obiettivo regionale pari all’80%). Le ottime performance delle équipe di sala operatoria sono testimoniate anche da altri indicatori, come quello relativo agli interventi per frattura del collo del femore, con il target di 75 operazioni all’anno già raggiunto e superato nei 9 mesi del 2023 (84), o gli interventi per colecistectomia, anche in questo caso target annuale raggiunto a fine settembre.

Nel complesso la produzione chirurgica, tra programmato e urgenze, risulta in crescita del 12%. Grazie alla riorganizzazione degli spazi dell’area materno-infantile, l’ottimizzazione della turnistica infermieristica e il recupero delle risorse di personale, la capacità produttiva chirurgica di Mirandola ha visto un incremento del 39% sul programmato.

Anche la Cardiologia è al centro di un potenziamento di attività, che in questo caso travalica i confini dell’ospedale per arrivare più vicina alle case dei cittadini: l’integrazione tra ospedale e territorio è la nuova mission della Cardiologia mirandolese, che in nemmeno un anno ha fatto segnare oltre 2.300 prestazioni in più (11.513 quelle eseguite nel 2022 contro le 13.857 fino a ottobre 2023). In relazione all’attività ospedaliera, il progetto Cardiologia contempla, oltre ai due letti di Day Hospital utili al trattamento della patologia aritmica (come ad esempio la fibrillazione atriale), anche l’attivazione di quattro posti letto telemetrati, a valenza cardiologica, cogestiti con Medicina e Pneumologia. Un modello, questo, che risponde efficacemente ai bisogni epidemiologici attuali che vedono un’alta prevalenza di quadri multipatologici nella popolazione anziana o fragile. A completamento, un’offerta di primo e secondo livello, con ambulatori per scompenso cardiaco, post-infarto, cardiologia pediatrica, aritmologico, ecocardiografia e sincope. In rete con la Medicina generale e coadiuvato dall’Infermieristica di Comunità e dalla Centrale Operativa Territoriale, il cardiologo sarà al centro del processo di cura in qualsiasi contesto assistenziale esso si svolga: dall’ospedale alla Casa della comunità, dal domicilio all’OsCo.

Domiciliarità delle cure, multidisciplinarietà, telemedicina: anche l’assistenza territoriale ha le sue parole chiave, che descrivono chiaramente la direzione verso cui si sta andando. Anche grazie a nuovi modelli organizzativi, come i CAU (Centri di Assistenza Urgenza), che fanno parte della più ampia riorganizzazione delle cure primarie territoriali e del sistema di emergenza-urgenza regionale. I CAU rappresentano il nuovo modello di sanità territoriale potenziata pensato per rispondere alla gran parte dei bisogni e delle urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale, sgravando così i Pronto soccorso, dove far confluire solo i casi più gravi. Sul Distretto di Mirandola è prevista una delle prime attivazioni in provincia, a Finale Emilia.

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