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Polemica e accuse di blasfemia sulla mostra ospitata dalla Diocesi a Carpi

L'attacco della testata cattolica “La Nuova Bussola Quotidiana”, ma la Curia difende l'opera dell'artista Andrea Saltini

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Sta facendo discutere la mostra intitolata Gratia Plena dell’artista Andrea Saltini inaugurata lo scorso sabato 2 marzo presso il Museo Diocesano di Carpi. Nello specifico, l'esposizione dell'artista carpigiano è stata portata all'attenzione del mondo cattolico da un articolo della testa d'area "La Nuova Bussola Quotidiana", con un articolo che esprime sdegno per le opere. In particolare, nel mirino dei contestatori è finito il quadro denominato “INRI – San Longino”, nel quale si vede un uomo chino sul cadavere del Cristo, che secondo i critici starebbe praticando una fellatio.

La diffusione dell'articolo e delle immagini ha chiaramente scatenato le avverse tifoserie, portando anche ad una contestazione nei confronti della Diocesi.

La chiesa Carpigiana è quindi intervenuta ieri difendendo la scelta di ospitare la mostra della chiesa di Sant'Ignazio. Spiega la Curia in una nota: "Quanto ai giudizi (o pregiudizi) secondo cui alcuni quadri esposti riproducono immagini blasfeme o dissacranti, pur rientrando nella libera circolazione delle opinioni, oltre a risultare irrispettosi nei riguardi del percorso compiuto soprattutto dall’artista e anche dai promotori, nulla di tutto questo è rilevabile davanti ad una visione delle opere corretta (ovvero ognuna vista nell’insieme dell’esposizione), documentata (l’esatto punto di visione come indicato anche nel catalogo ad esempio per il quadro intitolato “INRI – San Longino”) e con sguardo limpido (vedi fra Cristoforo nei Promessi Sposi “omnia munda mundis” “tutto è puro per i puri” citando San Paolo, Tt 1,15)".

A tal scopo sarà predisposto, in addendum al catalogo della mostra, un sussidio che presenta le singole opere dal punto di vista dell’artista che illustra la sua ricerca religiosa e spirituale, fornendo gli elementi culturali e personali per comprenderne il senso.

Don Carlo Bellini, vicario episcopale per la pastorale, sottolinea poi come le opere esposte siano frutto di un confronto approfondito con l’artista. “Se la spiritualità è un sistema di senso che rende plausibile per un individuo la propria biografia – scrive Bellini - allora l’arte contemporanea ne è intrisa. Andrea Saltini rientra a pieno titolo in questo quadro ma ha una caratteristica oggi rara: fa riferimento esplicito ad una narrazione religiosa e a una teologia che non viene solo allusa. Le sacre scritture con i racconti di Gesù, Maria, gli apostoli, termini tecnici come Grazia, Paraclito, si riferiscono ad una religione precisa e quindi il contenuto spirituale scaturisce da una tradizione che viene così attualizzata, interrogata, provocata e alla fine resa viva e interessante oggi. L’arte di Saltini non è devozionale, difficilmente potremmo vederla in una chiesa, ma è vera arte contemporanea a soggetto religioso, ancora una volta una rarità. Davanti a queste opere si può meditare. Per questo il suo lavoro è un dono per credenti e non credenti, per riflettere sui misteri del nostro stare al mondo, rinnovando l’eredità iconografica e il patrimonio affettivo dalla nostra tradizione culturale”.

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