Giustizia "allo sfaccio", scatta anche a Modena la protesta sindacale

Il sistema degli enti della Giustizia è "allo sfascio" anche a Modena. Lo affermano i sindacati provinciali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil facendo proprie le ragioni della protesta nazionale, indetta per domani dalle organizzazioni centrali di categoria. Dopo aver proclamato lo stato di agitazione a settembre dell'anno scorso i sindacati terranno un sit nelle vicinanze del ministero della Giustizia. Ma i problemi "di un sistema che rischia di collassare a fronte di innumerevoli criticità" trovano riscontro anche nella realtà locale di Modena.

Tra le richieste delle parti sociali ci sono quindi l'ampliamento degli organici di tutti i dipartimenti e un piano straordinario di assunzioni di personale delle funzioni centrali e della dirigenza, anche attingendo alle graduatorie vigenti e stabilizzando tutto il personale precario. E poi l'apertura di un tavolo di confronto per la definizione del contratto integrativo e il pagamento del salario accessorio 2019 al personale in servizio presso gli archivi notarili, di quello 2020 e 2021 a tutti i lavoratori della Giustizia, e l'apertura del confronto sul pagamento del salario accessorio degli anni 2022 e 2023.

Inoltre lo sblocco delle progressioni economiche orizzontali (ferme al 2019) e delle carriere (rimaste al 2017). Infine l'attuazione delle procedure di digitalizzazione - tra l'altro previste dal Pnrr - per snellire i processi e in generale il ripristino di un sistema di relazioni sindacali.

"Il personale della Giustizia è stanco di essere considerato il fanalino di coda delle amministrazioni pubbliche dello Stato. Chiediamo ai vertici del ministero di affrontare celermente le questioni aperte", affermano i sindacati, facendo sapere che "la mobilitazione andrà avanti fino a quando non arriveranno risposte concrete per i lavoratori". (DIRE)