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Domenica, 28 Aprile 2024
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Hera, l'acqua costa 0,2 cent al litro. Ma quasi la metà dei cittadini sceglie la plastica

Nella nuova edizione del report annuale sulla qualità dell’acqua di rubinetto, il Gruppo Hera rendiconta il proprio impegno per garantire a 3,6 milioni di cittadini un’acqua potabile e sicura

Il Gruppo Hera pubblica per il 15esimo anno consecutivo il report 'In buone acque' (disponibile online) dedicato alla qualità dell'acqua. La multiutility eroga questo servizio ogni giorno a 3,6 milioni di persone sostenendolo con investimenti in impianti e manutenzione: nel 2022 ha destinato al ciclo idrico integrato circa 208 milioni di euro e gli investimenti sul territorio sono il 16% in più rispetto alla media italiana.

La nuova edizione del report annuale sulla qualità dell'acqua di rubinetto serve anche a fare il punto sulla complessità e i vantaggi di un servizio essenziale come quello idrico. Nei territori in cui opera Hera il costo medio per 1.000 litri di acqua è 2,3 euro, tra i più bassi d'Europa, poco più di 0,2 centesimi di euro al litro. Il suo utilizzo, al posto di quella in bottiglia, permetterebbe a una famiglia di tre persone un risparmio di oltre 570 euro all'anno. A questo beneficio economico se ne aggiunge uno ambientale, il mancato consumo di plastica: il 53% dei clienti Hera beve acqua di rubinetto (sempre o a volte), evitando così l'utilizzo di circa 477 milioni di bottiglie di plastica e il loro trasporto. Se lo facesse il 100%, se ne eviterebbero oltre un miliardo.

Nei territori serviti dalla multiutility vengono effettuate oltre 2.800 analisi al giorno, un milione all'anno, dai laboratori Hera ma anche da Romagna Acque e dalle Aziende sanitarie "e tutte confermano che l'acqua è buona e sicura, a basso tenore di sodio, ricca di oligoelementi e con valori di calcio, magnesio e potassio in linea con quelli delle acque minerali in bottiglia". E nel report è possibile leggere l'etichetta dell'acqua con i valori, per ogni provincia, dei principali parametri analizzati, messi a confronto con i limiti di legge.

"L'acqua è un bene primario, come tale richiede operatori solidi, competenti e trasparenti. Come Gruppo Hera da anni diamo evidenza della nostra attività nel servizio idrico attraverso una rendicontazione chiara e completa- commenta Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera- il cambiamento climatico impone una gestione moderna della risorsa idrica, che ha un impatto decisivo sui cittadini e sull'intero ecosistema territoriale. La qualità e la sicurezza della risorsa idrica sono i due valori che il Gruppo persegue con risultati ancora al top nel settore grazie agli investimenti più alti della media italiana che vanno nella direzione dell'innovazione e della resilienza".

Uno per tutti, Iacono cita il progetto di riuso delle acque depurate, in prevalenza a scopo irriguo, per riutilizzare almeno il 18% delle acque reflue depurate entro il 2030. Ma sottolinea anche l'"alto tasso di innovazione: la digitalizzazione della rete è a buon punto, l'innovativa gestione dei processi operativi è poi caratterizzata da un elevato tasso di automazione e dall'intelligenza artificiale applicata alla manutenzione predittiva delle reti".  In provincia di Modena, nel quinquennio 2022-2026 sono previsti investimenti per 138 milioni di euro, 31 milioni quest'anno.

A Modena il Water Safety Plan già attivo sul 60% del territorio servito

Si chiamano Water Safety Plans e sono i piani previsti in ambito comunitario e nazionale per il controllo di tutte le fasi della filiera di produzione e distribuzione dell’acqua potabile. Attivo da sempre nel monitoraggio puntuale della propria acqua di rete, con performance di servizio in grado di garantire un’acqua potabile sicura e di qualità, il Gruppo Hera sta progressivamente sviluppando i Water Safety Plans nei propri sistemi acquedottistici, tra cui quello di Modena, dove è in corso di attuazione con una copertura del territorio servito che supererà il 60% a fine 2023.

Si tratta di uno strumento di prevenzione in più, che prevede sia ulteriori attività di analisi del rischio (approfondimenti incrociati con Arpae e Asl, sopralluoghi e programmi di manutenzione) sia nuove applicazioni tecnologiche. E’ il caso dell’installazione di strumentazione on-line per il monitoraggio continuo di alcuni parametri, i cosiddetti sistemi di controllo early warning, per intervenire con sempre maggiore tempestività in caso di anomalie. O ancora collaborazioni di grande respiro come quella con il Cnr che, attraverso l’utilizzo di una nanotecnologia a base di ossido di grafene, punta ad aumentare sempre più le performance dei sistemi di trattamento contro i micro-contaminanti.

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