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Ritardi all'Anagrafe, fino a due mesi per i documenti. "Assumeremo nuovo personale"

L’assessora Ferrari ha risposto all’interrogazione di Silingardi (M5s): “Per le Cie 60 giorni di attesa a causa di carenza di personale e del fermo nazionale al servizio Io certifico”

“All’Anagrafe di Modena sono in corso le procedure per assumere nuovo personale e ciò consentirà di ridurre i tempi di attesa per Carte d’identità elettroniche (Cie) e Disposizioni anticipate di trattamento (Dat)”. Lo ha detto l’assessora Ludovica Carla Ferrari nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 14 settembre rispondendo all’interrogazione del M5s illustrata da Giovanni Silingardi sui tempi di consegna di Disposizioni anticipate di trattamento (Dat) e rilascio Carte d’identità elettroniche (Cie) all’Anagrafe, oltre che sull’organizzazione degli uffici post-Covid. Il consigliere, denunciando tempi di attesa di oltre due mesi, ha chiesto “quali siano attualmente le modalità di erogazione dei servizi anagrafici, come mai per gli appuntamenti occorra aspettare mesi e se si ha in previsione una riorganizzazione dei servizi che preveda ad esempio punti di accesso ed orari diversificati in modo da facilitare l’utenza che ha caratteristiche ed esigenze diverse”.

L’assessora Ferrari ha spiegato che attualmente i tempi di attesa per le Cie sono di circa 60 giorni: “Questa situazione è temporanea e non è certo l’ottimale, ma è determinata da una carenza di risorse umane dovuta a un avvicendamento di personale che comporta purtroppo l’apertura di soli 4-5 sportelli rispetto ai previsti 6-7, più ovviamente le urgenze. Ci attendiamo che entro fine anno i tempi di attesa tornino a diminuire rientrando nei 15-30 giorni di attesa”. Ferrari ha poi evidenziato che sugli sportelli è ricaduta l’attività precedentemente svolta in convenzione dalle edicole: “Avevamo un servizio che funzionava molto bene che era quello dell’accesso a 22 edicole convenzionate in città per ottenere certificazioni con il sistema Io certifico. A seguito di circolare del ministero dell’Interno – ha proseguito – abbiamo però dovuto fermarlo, con significative ricadute sugli uffici. Non abbandono la speranza di poterlo riattivare”.

Per le Dat, invece, l’assessora ha precisato che “a oggi occorrono circa dieci giorni per ottenere un appuntamento. L’Amministrazione comunale – ha aggiunto – è stata tra le primissime in Italia a offrire questo servizio, ma non è l’unica modalità per presentarle”.

Ferrari ha poi sottolineato che, nonostante l’attesa, “sono molteplici le esternazioni che, attraverso vari canali, arrivano da parte dei cittadini che si dicono soddisfatti ed esprimono apprezzamento per il servizio di professionalità e di qualità che ottengono una volta arrivato l’appuntamento: per questo – ha aggiunto – ringrazio profondamente tutte le persone che sono impegnate in questi servizi e nelle relazioni con il pubblico”.

L’assessora ha quindi precisato che “il percorso di innovazione e di semplificazione, anche attraverso il digitale, dei servizi al cittadino del Comune di Modena è stato intrapreso ben prima della tragica fase pandemica: con il Piano Smart e con il Piano Digitale ed i relativi aggiornamenti e le azioni collegate ad essi – ha affermato – si è giunti alla disponibilità della quasi totalità dei servizi con erogazione a distanza, accanto alla presenza di sportelli con accesso al cittadino che sono stati potenziati. Più in generale – ha proseguito – attraverso Spid, Cie o Cns si può accedere alla sezione del sito istituzionale dedicata ai servizi anagrafici (www.comune.modena.it/servizi/anagrafe-e-stato-civile) ed ottenere tramite il portale Accedo o attraverso il portale dell’Anagrafe nazionale Anpr decine di prodotti anagrafici, anche in bollo, compresi i casi di esenzione previsti dalla legge, ed è possibile effettuare visure e autocertificazioni, certificati, rettifica dati, cambi di residenza, domiciliazioni digitali e le relative integrazioni con app Io, dove l’ampliamento dei servizi relativi è anche oggetto di progetto finanziato con Pnrr”. Ferrari ha però ricordato che “le procedure anagrafiche come le Cie e le Dat non possono essere esternalizzate o digitalizzate su iniziativa del Comune: il cittadino deve essere sempre identificato ‘de visu’ dall'Ufficiale di Anagrafe e nel caso delle Cie deve apporre la sua firma davanti all’operatore a sportello”.

Dopo la trasformazione in interpellanza, richiesta da Antonio Carpentieri (Pd), anche Mara Bergonzoni ha ricordato che “il Comune sta provvedendo a nuove assunzioni per potenziare il personale e rendere più efficienti i servizi. Occorre però anche il supporto dal Governo attraverso il ripristino, per esempio, del rilascio di certificati nelle edicole”. A questo proposito, anche Alberto Bignardi ha parlato di “opportunità particolarmente utile per chi lavora quotidianamente con i documenti: era anche un’occasione per far tornare i cittadini nelle edicole”.

 Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha chiarito che “per ripristinare il servizio bisognerebbe prevedere un contributo agli edicolanti: i costi erano a carico loro e, oltretutto, dovevano interrompere la loro attività principale, che è quella di vendere giornali”.

In replica, Giovanni Silingardi si è soffermato sul tema delle Disposizioni anticipate di trattamento “per cui il Comune di Modena è all’avanguardia”. Per il consigliere occorre ulteriormente potenziare il servizio, “consentendo al cittadino di poterle modificare subito e individuando, oltre al giovedì pomeriggio, altre soluzioni per il ricevimento in Comune”.

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