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Cronaca

Strage nel carcere di Modena, la Procura chiede di archiviare l'inchiesta

Per i magistrati le otto morti sono riconducibili ad overdose di farmaci, dopo il saccheggio della farmacia del penitenziario. Ancora aperta l'indagine su Piscitelli

A quasi un anno dai tragici fatti dell'8 marzo 2020, la Procura della Repubblica di Modena ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sulla strage nel carcere di Sant'Anna. Una decisione destinata a far discutere e sicuramente complessa nelle sue motiviazioni. Motivazioni che non sono ancora note e che sono contenute in un elaborato di una settantina di pagine nel quale il procuratore facente funzioni Giuseppe Di Giorgio e dalle due Pm Lucia De Santis e Francesca Graziano non ravvisano profili penali significativi.

"Stiamo notificando la richiesta in queste ore, al GIP e alle persone offese. Si tratta di un provvedimento articolato - ha spiegato Di Giorgio a La Repubblica  - con motivazioni approfondite in una settantina di pagine. Abbiamo esplorato tutto quello che c'era da esplorare, denunce ed esposti compresi, senza trascurare nulla".

In estrema sintesi i magistrati modenesi hanno ritenuto che le morti delle 8 persone  - su un totale di 9 detenuti che persero la vita a Modena e in altre strutture dopo il trasferimento - siano da imputare ad overdose di farmaci, vale a dire il metadone e le benzodiazepine di cui alcuni di loro si erano impossessati dopo la rivolta e l'assalto alla farmacia del carcere. Viene dunque confermato quanto già emerso a seguito delle autopsie, senza che - ne deduciamo - siano stati riscontrati comportamenti penalmente rilevanti da parte delle persone presenti nella struttura durante i concitati scontri di quella domenica drammatica.

In attesa di conoscere eventuali opposizioni alla richiesta di archiviazione, resta comunque aperta l'indagine su Salvatore Piscitelli, il detenuto 40enne deceduto dopo il trasferimento nel carcere di Ascoli Piceno.

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