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Cronaca Serramazzoni

Delitto di Serramazzoni, Barbara Cuppini ha tentato di difendersi

Dall'autopsia emerge il tentativo di difesa da parte della 36enne carpigiana nei confronti del suo assassino, Alessandro Persico, che le ha inferto 13 coltellate. Le due lame utilizzate per l'omicidio sono compatibili con quelle dei due coltelli fatti trovare in un bosco a Folgaria

Ha tentato di difendersi, ma dopo essere stata trafitta da una decina di colpi è morta in pochi minuti per dissanguamento. Questo il riscontro dell'autopsia sul corpo di Barbara Cuppini, la trentaseienne di Carpi uccisa a coltellate dal fidanzato Alessandro Persico nella notte tra sabato e domenica scorsi a Serramazzoni, nel Modenese. L'esame autoptico è stato eseguito in Medicina Legale a Modena dal dottor Erjon Radeshi su incarico del sostituto procuratore di Modena Claudia Natalini. E' stato riscontrato che le due lame utilizzate per l'omicidio sono compatibili con quelle dei due coltelli che l'uomo - ancora il carcere a Rovereto di Trento dopo essersi costituito martedì e la convalida del fermo da parte del Gip - ha fatto trovare in un bosco di Folgaria, in Trentino.

La vittima, che lavorava alla Ferrari di Maranello come il fidanzato, probabilmente è stata aggredita nel sonno ma ha avuto la forza di rialzarsi. I fendenti l'hanno però raggiunta principalmente al ventre ledendo organi vitali. La donna è stata trovata martedì mattina rannicchiata a fianco del letto. Persico, che era in cura da uno psichiatra, ha detto di aver agito in preda a un raptus. I due si conoscevano da alcuni mesi dopo essersi contattati una prima volta su una chat line in internet. La trentaseienne sembrava intenzionata a troncare la relazione vedendo che l'uomo, ingegnere, da più di dieci anni nel reparto granturismo del Cavallino, negli ultimi tempi sembrava sempre più strano e depresso.

(ANSA)

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