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Cronaca Caduti in Guerra / Viale Martiri della Libertà, 38

Abolizione delle Province, è scontro tra l'Ente e il corpo di polizia

Dichiarato lo stato di agitazione, ma i rappresentanti politici della Provincia non si presentano al tavolo di conciliazione. Il corpo finisce stritolato dal caos sull'abolizione/riordino dell'ente provinciale

L'incertissimo futuro delle Province italiane non risparmia neppure il corpo di Polizia locale, gli agenti in “biancoverde” che svolgono funzioni di tutela del territorio, soprattutto sotto il profilo ambientale, faunistico e di protezione civile. Una forza sul cui ruolo si è discusso a lungo e che ora si trova di fronte ad una riduzione d'organico, ma ad un aumento dei carichi di lavoro. E questo non va particolarmente a genio al sindacato di categoria, il Sulpl.

La sigla sindacale ha deciso di proclamare lo stato di agitazione, rivendicando l'assunzione di 34 addetti (ai fronte dei 22 attuali) e lamentando una riorganizzazione del servizio fatta senza coinvolgere i dipendenti e senza la guida dei soggetti politici. Stando alle parole del Sulpl, l'intera revisione del corpo, in vista dello svuotamento di funzioni delle province, non solo si sta svolgendo in termini antieconomici, ma è portata avanti da “tecnocrati senza visione politica complessiva si sentono autorizzati ad andare oltre le loro competenze”.

Ma c'è di più. Ieri, 7 agosto, si è svolto in Prefettura il tentativo di conciliazione obbligatorio tra le parti per cercare di trovare un punto d'incontro. Ma gli organi politici della Provincia hanno deciso di non presentarsi al tavolo delle trattative: un evento senza precedenti, anche a quanto affermano i funzionari prefettizi.

“Quanto accaduto è uno spregio alle istituzioni e fa capire quale situazione di improvvisazione ci sia nell'ente provinciale – commentano i rappresentanti del Sulspl – Non pensavamo che ci sarebbe stato bisogno di ricordare che, anche se le province stanno andando verso l'estinzione così come le conosciamo, i dirigenti e gli organi politici continuano a percepire lo stipendio pagato dai cittadini. Da quello che è successo potrà anche scaturire una sanzione. E come al solito, chi pagherà questa inadempienza? Speriamo non i soliti cittadini...”, conclude il sindacato.

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