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Cronaca

Vajont, un'onda lunga 50 anni raccontata dalle Officine Tolau

Le Officine Tolau raccontano e indagano in 50 anni successivi la tragedia del Vajont, di cui proprio oggi ricorre l'anniversario. Su un blog trovano spazio le interviste ai sopravvissuti, per ricostruire un archivio di memoria e di denuncia

Cos’è successo nei 50 anni successivi alla tragedia del Vajont? Non è vero che non c’è più niente da raccontare. Se da un lato si sa tutto di ciò che è successo prima della tragedia e si conoscono tutti i particolari di quei cinque minuti apocalittici del 9 ottobre 1963, poco o niente si sa dei cinquant’anni successivi. E proprio da questa premessa è nato l'importante lavoro documentaristico intrapreso dal team modenese delle Officine Tolau, tre giornalisti che hanno deciso di raccontare a modo loro il seguito di una tragedia che ha segnato drammaticamente la memoria della nostra nazione. 

Da ormai un mese è attivo il blog “50 Vajont, una tragedia lunga 50 anni” (link) attraverso il quale Stefano Aurighi, Davide Lombardi e Paolo Tomassone hanno pubblicato con cadenza regolare le loro videointerviste, dando voce a chi, a diverso titolo, ha vissuto il durante e il dopo, tra i comuni di Erto e Casso e Longarone. Brevi contenuti filmati che compongono un mosaico, a tratti doloroso e commosso e ad altri rabbioso e disilluso, unendo il valore della testimonianza a l'intenzione si fare luce su gli scandali e il malaffare che seguirono il disastro che costò la vita a quasi 2000 persone.

Ad aprire la serie di filmati è proprio la madre del giornalista Stefano Aurighi, Maria Pia Bassetto, che all'epoca lavorava presso l'ufficio postale di Longarone e che sopravvisse alla tragedia. “Attraverso le testimonianze di chi è sopravvissuto – spiegano gli autori – questo blog racconta mezzo secolo durante il quale la zona della tragedia è diventata terreno di sperimentazione economica, luogo per affari sul filo della legalità, area di approssimazioni architettoniche, zona di disperazione psicologica e di oblio, di sprechi di denaro pubblico e di diritti mai concessi, di richiesta di scuse pubbliche mai arrivate o arrivate in modo talmente blando da risultare quasi inaccettabili”.

Lo spirito di inchiesta che anima le Officine Tolau ha permesso di costruire un documento innovativo e in continua evoluzione, dal quale potrebbero nascere ulteriori progetti d'inchiesta da consegnare alle future generazioni. Proprio a tal proposito i tre autori spiegano: “Il rischio del 50esimo è evidente, cioè che trascorso il 9 ottobre 2013 il Vajont diventi definitivamente storia passata e che su tutto ciò che è successo cali definitivamente il sipario, consegnando ai libri di storia una vicenda che, al contrario, ha ancora tanti aspetti “post” che vanno portati alla luce del sole”. Complimenti a loro.

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