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Economia

Rilanciare il mattone, per Confedilizia è la chiave della ripresa

Per Confedilizia il settore vuole avere degli interventi  strutturali e non solo “degli spot, peraltro molto vaghi nei significati e negli obiettivi finali che spesso durano come neve al sole”

“Dati che non si possono smentire, insegnano che il depauperamento dei valori immobiliari coincide con la recessione  nei consumi, avendo come alter ego che all’innalzamento degli uni corrisponde l’innalzamento degli altri. – così commenta l’avv. Francesco Bruini, Presidente di Confedilizia Modena le ultime prese di posizione governative sulla proprietà della casa - Questa certezza sembra però non essere insita nel dna di vasta parte del mondo politico e in quello di chi pontifica astratte economie da cattedre, in genere estere.”

Per Confedilizia Modena, dunque, il vero problema è legato alla presenza di interventi che non sono strutturali ma che spesso sono caratterizzati da una continua evoluzione,  e involuzione, così rapide che continuano ad alimentare la sfiducia totale nel settore immobiliare per chi, oltre all’acquisizione di una casa in cui vivere la propria vita, possa pensare di fare investimenti per garantirsi alla fine un certo reddito aggiuntivo, in particolare all’atto della pensione.

“Governo e parlamento bisogna abbiano delle visioni a lungo respiro  che vadano anche oltre i monchi (perché parziali e discriminatori) tagli dell’Imu e della Tasi.- continua il Presidente di Apemo-   Bisogna alleviare l’onere dei tributi sulla casa in genere. Per quelle affittate, in particolare, avendo come obiettivo finale quello di assicurare la mobilità di universitari e forze di lavoro, specie nella Pubblica Amministrazione, sul territorio. Facendo ciò provocherebbero l’indispensabile effetto di ripresa nella fiducia. In questa situazione la gente tornerebbe a investire nella casa, con conseguenze positive per il comparto edile, che notoriamente trascina l’economia e i consumi.” 

“Una possibilità ci sarebbe – conclude l’Avv. Bruini - bisogna invertire drasticamente la politica dissennata che è stata praticata nel 2011 e negli anni a seguire. In altri termini: dare uno shock fiscale al settore. Attenzione: il ragionamento non è svolto soltanto in termini di respiro, per consentire d’avere un po’ d’ossigeno a chi si è visto decurtato il proprio patrimonio a causa del collasso dei valori immobiliari o a chi ha visto scemare il proprio reddito per colpa degli incrementi tributari, ma far individuare una filiera di settore a lungo termine per ridare fiducia agli italiani in una prospettiva di stabilità.” 

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