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Imprese, a Modena si lavora fino al 5 agosto solo per pagare le tasse

Il fisco si mangia il 59,6% del reddito. La nostra città "scende" dall'81esimo al 76esimo posto nella classifica delle città più esose dal punto di vista fiscale. Meglio rispetto allo scorso anno, ma decisamente peggio rispetto al passato

Come sarà nel 2016 la tassazione sulle piccole e medie imprese? Lo ha determinato, comune per comune come ogni anno, l’Osservatorio di CNA Nazionale, che fotografa  numeri la mano, la situazione fiscale per una Pmi nostrane. I dati del rapporto sono calcolati su una impresa manifatturiera “ideale” rappresentativa del tessuto economico italiano: un’azienda con quattro operai e un impiegato, che utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio destinato alla vendita di 175 mq. Dispone, inoltre, di macchinari, attrezzature, mobili e macchine d’ufficio e di un automezzo per il trasporto conto proprio, con un reddito d’impresa di 50.000 euro all’anno.

A Modena, nel 2016, un’azienda di questo tipo pagherà 29.778 euro di tasse, il 59,6% del proprio reddito, imposte che per il 41,7% sono “nazionali” (Irpef, contributi, eccetera), e per il 17,9% locali. Si tratta dello 0,1% in più rispetto all’anno scorso (in valori assoluti 37 euro), decimale determinato da un aumento della tassazione nazionale dello 0,3% e da una riduzione di quella locale dello 0,2%. In altre parole, il reddito disponibile passa dai da 20.259 euro del 2015 ai 20.222 di quest’anno.

Un dato che conferma quello del 2015, ben lontano dai quasi 32.000 euro di imposte (il 63,9% del reddito) pagate, a parità di impresa, nel 2012, l’anno peggiore da un punto di vista fiscale. Ma si tratta di un valore comunque più elevato di quello del 2011, quando le imposte complessive si fermarono al 58,3%.

Scopriamo inoltre  che la voce Imu+Tasi, assieme alla Tari, è stabile rispetto al 2015, ma è anche la voce che, se confrontata con il 2011, ha registrato l’aumento maggiore (+97,5%). Al contrario l’Irap, anche grazie alle rivendicazioni di CNA, è diminuita del 61,3%, mentre l’Irpef si “mangia” più o meno il 20% dei redditi d’impresa. Sottraendo tutte queste voci al reddito d’impresa, nel 2016 alle aziende modenesi con cinque dipendenti rimarranno circa 20.222 euro, cifra che peggiora, rispetto al 2015, il posizionamento del nostro territorio, al 76esimo posto di una graduatoria nazionale che vede davanti a tutti (si fa per dire) Reggio Calabria, con una tassazione totale pari al 73,2%, davanti a Bologna (71,9%) e Roma (69,8%). Le città più economiche, da un punto di vista fiscale, quelle cioè dove le imprese se la passano meglio, sono invece Gorizia (54,5%, poi Cuneo e Bullono (54,5%).

L’indagine determina anche una scala temporale del peso del fisco, individuando il tax free date, ovvero il giorno dell’anno fino al quale le imprese lavorano per pagare le imposte, data che per le imprese modenesi cade, come l’anno scorso, il 5 agosto, 40 giorni prima di quanto avviene a Reggio Calabria (24 settembre), ma 19 giorni dopo rispetto alle aziende di Gorizia (17 luglio). In ogni caso, per una volta, essere in fondo alla classifica non è negativo: a livello regionale, infatti, troviamo – fortunatamente – Modena nelle ultime posizioni, “ma i problemi altrui non rendono meno gravi i nostri – commenta Umberto Venturi, presidente della CNA di Modena – Le imposte, infatti, stanno calando a suon di decimali: è troppo poco, in una situazione di recessione, per sostenere gli investimenti e la ripresa, soprattutto sul mercato interno”. 

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