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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Caos sull'organizzazione dei mercati, alcuni saltano e altri no. Ambulanti infuriati

Una nota della Regione ha fatto saltare il mercato previsto per stamane a Formigine, mentre a Mirandola il sindaco ha tirato dritto. Le associazioni di categoria lamentano troppa confusione normativo

L’ordinanza Regionale dell'11 aprile prevede la possibilità di svolgimento di mercati i cui posteggi, destinati ed utilizzati per la vendita di prodotti alimentari, siano collocati in spazi pubblici recintati e, a condizione che l’accesso sia regolamentato in modo da consentire il rispetto della distanza di sicurezza di un metro Alcuni Comuni, tra cui Formigine, Mirandola e Marano sul Panaro si sono dunque attrezzati per questo weekend per organizzare i mercati e decine di operatori hanno aderito.

Tuttavia, ieri pomeriggio, la Regione Emilia Romagna ha specificato che il permesso è concesso solo per quei mercati "istituiti in particolari spazi pubblici recintati e specificatamente destinati, che per la loro caratteristica strutturale[..] consentano una limitazione ed un controllo dell'accesso [...]". La Regione ha inteso dire, in buona sostanza che il transennamento delle aree nelle tradizionali piazze che ospitano gli ambulanti non è sufficiente.

Una comunicazione arrivata quando ormai tutto era pronto, che ha creato inevitabilmente caos, con scelte diametralmente opposte. Il comune di Formigine, ad esempio, ha bloccato subito l'autorizzazione rispettando alla lettera il dettato regionale e il mercato stamattina non si è svolto. Viceversa, i banchi alimentari sono stati aperti per tutta la mattina a Mirandola, dove il sindaco ha deciso di non bloccare l'iter, facendo presidiare l'area dalla Municipale per scongiurare problemi di ordine pubblico.

Una confusione normativa che ovviamente sta creando altri problemi al settore, ormai al palo dall'inizio del lockdown. Confesercenti Modena e Confcommercio hanno dunque scritto ieri stesso a tutti i Comuni della Provincia di Modena per invitare i Comuni stessi a confermare l'organizzazione dei mercati già pianificati: "Chi ripaga la merce acquistata dagli operatori che avevano deciso di partecipare ai mercati già decisi dai Comuni? La Regione? I Comuni? Il bizantinismo amministrativo regionale uccide le piccole e medie imprese dell’ambulantato alimentare: per questo chiediamo ai Comuni che avevano già programmato i mercati settimanali con i posteggi destinati alla vendita di prodotti alimentari di confermare il loro svolgimento", attaccano le due associazioni di categoria.

Licom aggiunge: “La risposta è stata diversificata, ma diversi mercati erano stati preparati e promossi da comuni e imprenditori che si erano organizzati e approvvigionati. A nostro parere i mercati dovevano comunque tenersi, grazie alle ordinanze emanate dai comuni, e in ogni caso è necessario che da lunedì si lavori insieme per superare questa assurda situazione”.

Anche il Consorzio Il Mercato è intervenuto senza risparmiare critiche alle istituzioni: "Siamo stanchi di questo balletto. Un termine volutamente ironico che utilizziamo per provare ad alleggerire il pesante clima in cui stiamo vivendo, ma la situazione è terribilmente seria, per il nostro Paese e per le migliaia di imprese che vi operano. La situazione è davvero dura. Ormai da alcune settimane la nostra attività si è azzerata e, di conseguenza, non abbiamo nessuna entrata. Solo nel nostro caso parliamo di poco meno di quattrocento aziende ferme al palo. Nel settore dei mercati, fra l’altro, in particolare negli ultimi giorni, si stanno aggiungendo segnali che creano confusione oltre che malumori tra di noi - ha affermato il presidente Guido Sirri - A livello regionale e provinciale le regole che consentono o meno di allestire in sicurezza un mercato non sono omogenee e quindi, inevitabilmente creano ulteriore smarrimento. Crediamo che su questi aspetti chi ha competenze decisionali debba intervenire rapidamente”.

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