Pesci d'acqua dolce e tavole imbandite: la 'Modena che fu' nella mostra "L'incanto del vero"
Una mostra dove la natura morta diventa veicolo per un messaggio alla società, quello del contrasto allo spreco alimentare. Una selezione di documenti con ricette e menù d'epoca - provenienti dall'Archivio di Stato di Modena e dall'archivio privato Rangoni Macchiavelli - viene affiancata a quindici tra i dipinti più significativi del nucleo di nature morte della collezione BPER Banca e altri undici da collezioni private e istituzioni pubbliche per dare vita alla mostra "L'incanto del vero. Frammenti di quotidiano nella natura morta tra Sei e Settecento", dal 5 aprile al 30 giugno nello spazio de La Galleria BPER Banca (in via Scudari, 9), a ingresso gratuito.
Un prezioso spaccato delle principali scuole artistiche del bacino emiliano-romagnolo tra Seicento e Settecento "non solo estetico e artistico, ma anche storico e sociale - spiega la curatrice Lucia Peruzzi -. La natura morta rappresenta il 'vero' ma con forme sempre diversificate a seconda dello stato sociale, del soggetto e della scelta linguistica dell’artista".
Quindi natura morta, la grande protagonista, e la sua trasformazione nel corso del tempo: dalle tavolate aristocratiche legate alla corte degli Este (ben rappresentate dal magnifico dipinto di Pier Francesco Cittadini "Tavola imbandita con tappeto, frutti, dolci e fiori, due bambini, un pappagallo e due cani") a quelle che raccontano una vita quotidiana più semplice, delle classi meno agiate, fatta di pesci delle acque dolci della pianura padana e di verdura, uno degli alimenti più comuni per la vita contadina.
A impreziosire i dipinti un continuo apparire di fiori: "Non solo decoro per celebrare la vita ma anche portatori di una forte valenza simbolica, quella dei fiori recisi che rappresentano la caducità della vita stessa", il commento di Peruzzi.
Partendo da questi dipinti e dai documenti archivistici di cui sopra - la cui selezione è stata curata da Chiara Pulini - la riflessione viene allargata all'oggi: "La volontà è quella di stimolare un ragionamento critico sul nostro rapporto con gli alimenti e con la natura, sulla nostra responsabilità nei confronti dell'ambiente e delle risorse naturali promuovendo un dialogo intertemporale che, dal passato, possa connettersi alle molte sfide attuali legate, in particolar modo, al contrasto allo spreco alimentare", ha spiegato Sabrina Bianchi, responsabile del Patrimonio Culturale di BPER Banca.
Un impegno che prenderà le forme, tra le altre cose, di laboratori didattici olfattivi e sensoriali per bambini e ragazzi (dall'infanzia alle scuole secondarie superiori) pensati per sensibilizzarli su tematiche sociali attraverso il dialogo con l'arte, "che si dimostra sempre viva", la conclusione della curatrice Lucia Peruzzi.
Il percorso espositivo
Il percorso espositivo si apre con una riflessione dedicata alla natura morta nella pittura di genere ‘alto’, dove gli oggetti inanimati sono chiamati a enfatizzare il significato della narrazione. "La Madonna della rosa" di Michele Desubleo (1650 circa) vede la rosa farsi simbolo della purezza della Vergine e la passiflora richiamare gli strumenti della Passione, mentre "La Terra dona a Nettuno i bulbi di tulipano" di Giovanni Andrea Sirani (XVII sec.) richiama la straordinaria diffusione del tulipano in Europa a seguito della sua importazione dall’Olanda dopo l’arrivo dalla Turchia.
Nel corso del Seicento, il progressivo incremento degli studi botanici e la realizzazione di alcuni tra i più ricercati giardini esistenti porta la pittura di fiori a divenire una vera e propria moda. Ne sono testimonianza i dipinti di Monsù Aurora che vedono rose, narcisi, tulipani, camelie e tanti altri fiori da giardino intrecciarsi in sontuose ghirlande attorno ai ritratti di due fanciulli. Il bellissimo dipinto di Cittadini della Civica Pinacoteca di Cento, raffigurante una tavola imbandita di dolciumi e vivande ricercate di gusto aristocratico in linea con gli orientamenti della corte estense, dialoga con l’opera della Collezione BPER Banca Natura morta con frutta e spartito di Cristoforo Munari (XVII – XVIII sec.), che rivela una straordinaria attenzione nella ricerca di un repertorio raffinato e di uno stile prezioso.
Un affondo particolare è dedicato alla variazione del tema della natura morta nella resa del quotidiano nella sua viva essenzialità. La tela di Bartolomeo Passerotti con il "Contadino che suona il liuto" (XVI sec.), è posta in relazione con i tre dipinti attribuiti al Maestro di Rodolfo Lodi, attivo tra il XVII e il XVIII secolo, che raccontano una quotidianità umile e solenne.
Una posizione centrale nel percorso espositivo è assegnata alla "Natura morta con figure" di Adriaen Van Utrecht (prima metà del XVII sec.), entrata nella corporate collection di BPER Banca sin dalle origini. L’opera, che raffigura una scena di mercato con una grandiosa composizione barocca di carne, frutta, verdura e cacciagione, restituisce uno scorcio della fioritura economica che in quel periodo interessava Anversa, città natale dell’artista. L’influenza dell’arte fiamminga si percepisce anche nella bella tela del piacentino Bartolomeo Arbotori e in quella del napoletano Giovan Battista Recco, di cui l’esposizione propone lo scorcio di una cucina ricca di pesci e crostacei tipici di una città di mare. Le due "Nature morte" di Nicola Levoli (XVIII sec.), si distinguono per la sapiente rappresentazione della fisicità degli oggetti e delle vivande. Altrettanto significative sono le tempere di Giovanni Rivalta (fine del XVIII sec.) che si focalizzano sull’ambiente della cucina e sulle pietanze ‘di magro’ e di ‘grasso’ legate al rispetto della quaresima.
Il catalogo
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Sagep, che diviene strumento di solidarietà. I visitatori potranno richiederlo con un'offerta a partire da 8 € e il ricavato sarà devoluto, accanto al contributo di BPER BAnca, alla Fondazione Dynamo Camp ETS che focalizza le proprie attività sul diritto alla felicità di bambini e ragazzi con gravi patologie.