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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cultura

Le notti e le stagioni, la scuola e Bob Dylan: Francesco Guccini si racconta

L'artista, ormai lontano dalle scene e dedito alla scrittura e all'insegnamento, ha concesso una lunga intervista a tutto tondo per far sentire ancora al sua voce sul mondo di oggi

L’addio ‘pubblico’ alla musica, i ricordi di quelle notti “piene di entusiasmo in cui se non era mezzanotte e mezza non si usciva”. E poi ancora il percussionista di ‘Stanze di vita quotidiana’. E tanto altro. Francesco Guccini ha aperto all’agenzia DIRE le porte della sua casa di Pavana, tranquilla località in provincia di Pistoia, lontano da quella confusione che non ama. Ecco cosa ne è venuto fuori.

“LE MIE NOTTI, TRA ENTUSIASMO E PARTITE A CARTE” - Il ricordo delle notti, la passione per le stagioni. Ha raccontato anche questo Francesco Guccini nella lunga intervista nella sua casa di Pavana, in provincia di Pistoia, dove ha scelto di vivere dal 2001. Proprio la notte e le stagioni sono alcuni dei temi che il ‘maestrone’ ha toccato nella sua lunga discografia.

“Il tempo e le stagioni? È lunga da dire. Mi hanno sempre colpito e interessato. Vivendo qui si sentono molto di più le stagioni come non si sentivano una volta”. Pensando al suo tempo e alle sue stagioni “vanno da una giovinezza che c’era, ho cominciato quasi per caso ventenne. Poi ho cominciato maniera professionale- ricorda- L’età giovanile era piena di entusiasmo e cose da fare. Ora ho altri interessi e altre cose”. Sulle notti, invece, Guccini dice che “sono cambiate moltissimo. Quand’ero giovane raramente andavo a letto presto. Approfittando del mestiere che ho fatto, poi, la mattina dormivo a lungo. Quando abbiamo aperto l’osteria delle Dame con gli amici ci mettevamo con le chitarre a suonare e giocare a carte”. C’era poi una trattoria vicino la sua casa, nella famosa via Paolo Fabbri, “e ci vedevamo con la compagnia a giocare a carte. Sono stato un grande giocatore di carte, italiane: a briscola, tresette, scopone scientifico e un gioco bolognese, tarocchino bolognese, con un mazzo speciale. Giocavamo fino a tardi, fino alle 2-3 di notte. Ma non ci siamo mai giocati neanche un caffè, era solo per piacere di farlo. Adesso alle 23.30-24 ora vado a letto. Quando ero a Bologna dicevo che alle 24.30 era presto per uscire- sorride- La notte è cambiata molto”.

“NON HO PIÙ NIENTE DA DIRE, NO RIMPIANTI PER ADDIO” - Non ho nessun rimpianto. Ho capito che quando uno forse non ha più niente da dire con le canzoni è ora di smettere senza arrampicarsi sugli specchi, senza tentare strade diverse…”. 

Francesco Guccini non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro: ‘L’ultima Thule’ del 2012 resta l’ultima canzone che il maestrone di Pavana ha inciso, il presente e il futuro si chiamano libri e letteratura. “Agli inizi facevo un disco ogni due anni, ogni anno e mezzo. Tra il penultimo e l’ultimo sono invece passati cinque anni, vuol dire che le canzoni non uscivano più con quella freschezza, con quella semplicità degli inizi. Ho sempre pensato che, prima delle canzoni, da grande avrei fatto lo scrittore. Ora lo faccio a tempo pieno. È la mia vocazione antichissima quella di scrivere, continua e scrivo ancora“.

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