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"Una pietra viva", Modena ricorda la straordinaria figura di Luisa Guidotti

Una missionaria di grande carisma, che ha lasciato un segno in città e in Zimbabwue. Il 17 maggio la Santa Messa in Duomo

Mercoledì 17 maggio alle 18.00 in Cattedrale sarà celebrata la Messa, nel giorno della nascita di Luisa Guidotti Mistrali, la dottoressa missionaria modenese uccisa in Zimbabwe nel 1979, che ora riposa in quella stessa chiesa. "Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici": questa frase, impressa in missione su una pietra nell'ospedale dove lei ha lavorato, è impressa anche nella memoria di molti modenesi che hanno conosciuto la missionaria e la sua storia.

"È una festa per la sua nascita, come per i tanti bimbi che ha fatto nascere in missione in Zimbabwe.  È per un medico che ha dato la vita per i propri pazienti, sino a morire dopo aver portato in città una mamma per un cesareo, anche se c'era la guerriglia. Una messa per una donna, l'unica sepolta in Duomo, che ha saputo prendersi cura di ferite e desolazione sino al dono totale di se stessa. É per una cattolica, che dall'Emilia ha portato la propria gioia con regole di igiene ed alimentazione, insieme al sorriso per lebbrosi e neri, donne e bambini durante segregazione razziale: con la sua ambulanza guidava con coraggio per raggiungere villaggi e portare i malati, cantando, sino all'ospedale; la chiamavano "Happy Doctor" e aveva fondato anche una scuola per infermiere e medici". Come leggiamo in queste parole, Luisa e la sua storia toccano anche chi non l'ha conosciuta di persona, ma ha saputo leggere i segni dell'amore da lei  speso.

Luisa Guidotti Mistrali nasce a Parma nel 1932. Nel 1947 la famiglia si trasferisce a Modena, dove Luisa frequenta il liceo scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Medicina. Nel 1960 chiede di far parte dell’AFMM - Associazione Femminile Medico Missionaria e l’anno dopo la sua richiesta è accolta. Nel 1966 parte per l’allora Rhodesia, destinazione dapprima Chirundu, Ospedale Paolo VI, ed in seguito all’ospedale Regina Coeli Mission ed infine alla missione All Souls, dove rimarrà fino alla sua morte.

Il 6 luglio 1979 Luisa sta accompagnando una partoriente a rischio. Una raffica di mitra investe la sua auto: la pattuglia identifica l’occupante e la porta all’ospedale governativo di Mutoko, dove Luisa giunge priva di vita. Il 12 luglio, nella cattedrale cattolica di Salisbury, è celebrato il funerale. Nel 1983 l’ospedale di All Souls è intitolato a Luisa; la lapide con la scritta “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15,13)” è la sintesi della vita della missionaria. Dal 1988 il corpo di Luisa riposa nella cattedrale di Modena. Il processo di canonizzazione è stato aperto nel 1996. Il gruppo missionario intitolato a Luisa Guidotti continua ancora oggi la collaborazione con il paese in cui il medico ha offerto la sua testimonianza.
 

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