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"Sul calar dell’anno", impressioni lontane e desideri sospesi di Modena in un secolo chissà quanto lontano

Ultima domenica, il 12 novembre, in compagnia degli attori di “Un bel dì saremo”: gli attori del progetto partecipato di ERT hanno suonato alle porte delle “case” dei modenesi, per farsi narrare da ospiti benevoli vicende, sogni, aneddoti e figure del laborioso secolo passato

Michele Dell'Utri, Diana Manea, Donatella Allegro, Simone Francia, Eugenio Papalia e Giuliano Barbolini, Presidente di ERT ci accolgono Domenica 12 Novembre alle 18 nel Teatro delle Passioni, una sorta di luogo non luogo. Alle loro spalle la scenografia dello spettacolo precedente "L'Esecuzione", realizzata con colori freddi (bianco e grigio scuro) ed elementi essenziali (due sedie e un tavolo) fa un certo effetto. Che a tratti stride con i loro abiti "semplici". Scenografia che stride soprattutto con i loro modi affabili, con il loro modo di parlare al pubblico, seduti su classiche sedie di legno di fronte a chi è curioso di sapere, di ascoltare, quasi fossimo amici che si ritrovano a fare due chiacchiere al bar.

Si inizia con la presentazione degli attori che leggeranno poesie e letture dedicate a Modena e non solo, intervallate dai racconti di Giuliano Barbolini, attuale Presidente di ERT, nonché ex sindaco di Modena. Simone Francia apre con "Il Ricordo della basca", raccolta di dieci racconti in cui Antonio Delfini crea un'immagine di Modena (nel testo indicata come M***, motivo di risate con il pubblico perché fa pensare ad una parola censurata) reale e immaginaria, in cui si intrecciano i tratti di due Italie: quella che all'epoca cominciava a farsi moderna e industriale, e quella antica, provinciale, fatta di spazi e di silenzi. Da Simone il protagonista della basca, Giacomo, viene ironicamente associato a Michele Dell'Utri che piacevolmente si presta al gioco delle parti. La lettura diventa, a sorpresa, un rimbalzo tra Simone e Donatella, che con voce ferma e decisa ci guida alla scoperta della Modena di Delfini e del suo protagonista.

Segue il momento conversazione con Eugenio che chiede al Presidente Barbolini come e perché Modena abbia raggiunto, nel dopoguerra, primati importanti come la creazione del mercato del bestiame ( e qui scopriamo che all'epoca il Teatro delle Passioni era proprio il mercato del bestiame, forse uno dei più grandi d'Europa), del villaggio artigiano, con il successivo allargamento dei confini. Barbolini, visibilmente emozionato nel tornare con la mente ai ricordi della sua infanzia e soprattutto a ricoedi legati alla sua città natale, ci stupisce con una semplice frase "Modenesi al lavoro", estrapolata dal discorso del sindaco Corassori del 25 Aprile 1945.

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