Libri, 40 anni di interruzioni di gravidanza a Modena raccontati da Andrea Mazzi
?«Credo che diventare mamma sia la cosa più bella di questo mondo ma io purtroppo ci ho rinunciato». Teresa, che ancora porta nel cuore l'ecografia del suo bambino mai nato, racconta il suo tormento. E poi c’è Rossella, che stava per recarsi ad abortire ma che ha deciso di tenere suo figlio, dopo aver visto una trasmissione in tv.
Ne ha raccolto i vissuti Andrea Mazzi, obiettore di coscienza alle spese militari ed abortive, a quarant’anni nel 2018 dall’entrata in vigore della legge 194 del 1978 sulla "tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza". Dal 2010 Mazzi rifiuta di pagare la parte di tasse che finanziano gli aborti, ed è impegnato in ricorsi contro le cartelle esattoriali: «Non voglio finanziare — spiega — la morte dei miei simili pagata con i miei soldi».
Le storie ed insegnamenti di centinaia di mamme, che Mazzi ha incontrato in un ventennio di attivismo, sono raccolti nel suo nuovo libro, Indesiderate (234 pagine, Ed.Sempre Comunicazione), che verrà presentato il 15 novembre alle ore 18 nel Seminario Metropolitano di Corso Canalchiaro 149 a Modena.
Il libro si propone come punto di riferimento non ideologico sull’aborto. Mazzi mette in luce, con esempi, i risultati dell’applicazione in alcuni casi, e della mancata applicazione in altri, dei principi della legge 194. Un intero capitolo risponde alle domande tipiche che si pongono le gestanti in difficoltà; l'analisi sull'induzione all’aborto punta il dito contro il partner, ma anche sulle difficoltà di molte donne nel coniugare famiglia e lavoro.