CRAD, il progetto continua con "Natura Morta" di Andrea Capucci
Il progetto CRAD – Castelnuovo Rangone Arte Digitale – riparte dalla “Natura Morta” di Andrea Capucci. Prosegue la stagione di video e animazioni d’autore a fruizione libera, nello spazio espositivo dell’oratorio della Madonna della Provvidenza, all’intersezione tra via Cesare Battisti e via Gaetano Ferrari, a Castelnuovo, con l'opera di animazione dell'artista modenese, visibile a partire dal 17 settembre e fino al 5 novembre.
“'Natura Morta' è il titolo dell'opera disegnata – si legge nella sinossi – che racconta le difficoltà e le insidie nei rapporti fra uomo e donna. Spesso nelle relazioni di coppia si confonde l'amore con il rispetto, nello stereotipo tradizionale, quello di san Valentino per capirci, consumistico e non vero, fatto di cuoricini e fiori. Qui l'autore dimostra come in questa dimensione apparentemente sana, possa nascondersi un pericolo vero (inserito nella quotidianità, nella ripetizione dei gesti) che può degenerare in comportamenti violenti e persecutori. L'opera vuole indagare, sottolineando il titolo che appartiene al mondo dell'arte 'Natura Morta', che in quel quadro, cosi come nel nostro immaginario, immobile e immodificabile nel tempo, ci sia, invece, il pericolo che da questa condizione si possa arrivare a realizzare veramente una natura morta, spesso con l'uccisione della donna”.
Andrea Capucci è nato nel 1965 a Modena e, dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte della stessa città, frequanta la Facoltà di Architettura di Firenze e l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Il suo lavoro si sviluppa particolarmente nell’ambito del disegno su carta, nella elaborazione ceramica e nella scultura (a tutto tondo) in terracotta maiolicata o in metallo. È molto legato alla poesia ed è presente in diversi volumi di autori italiani. La sua attività artistica nella ceramica è volta a recuperare e isolare in frammenti la narrazione tipica emiliana attraverso un raffinato linguaggio espressivo formale, attingendo da inosservati istanti della quotidianità, ed elevandoli a un’alta dimensione riflessiva ed esistenziale, complicata da decorativismi e artifizi allegorici.