"Rifare Bach", la compagnia di Roberto Zappalà al Comunale
Va in scena giovedì 4 novembre alle 20.30 per la rassegna di Balletto al Teatro Comunale di Modena lo spettacolo Rifare Bach della Compagnia Zappalà Danza. Roberto Zappalà è responsabile del recupero e ideazione di Scenario Pubblico a Catania, aperto nel 2002, residenza della Compagnia Zappalà Danza e raro esempio in Italia di centro coreografico europeo. Nel 2013 ha ricevuto il Premio dell'Associazione Nazionale Critici di Teatro e con la sua compagnia diversi premi tra cui il Premio Danza&Danza. Dal 2015 è riconosciuta dal Ministero della Cultura Centro Nazionale di Produzione della Danza.
Con questa creazione Roberto Zappalà cura in profondità l’estetica e il linguaggio del corpo, e lo fa dedicando un’intera serata a Johann Sebastian Bach, che con la sua musica cristallina e preziosa incarna per il coreografo l’ideale di un’arte pura e “onesta”. Al centro dello spettacolo, un universo coreografico che mette il corpo, con la sua naturale bellezza e tutta la sua fragilità, quale elemento fondante e transito ineludibile. La naturale bellezza del corpo dei danzatori e della musica di Bach ha nella creazione un corollario di suoni della natura e del mondo animale, come delle mini ouverture che introducono le note bachiane. Immagini bucoliche si susseguono, una natura quasi da alba dell’umanità dove i suoni dell’oggi, della sua violenza e tragedia sono ancora assenti, un grido d’allarme “futurista” che crea spazi su cui riflettere e sul sentire comune a volte assopito. Far vivere in danza l’ammirazione che Zappalà nutre da sempre per il grande musicista tedesco è stato il fattore trainante che gli ha permesso di comporre tra soli, duetti, trio ed ensemble, alcune delle pagine coreografiche a lui più care nella sua trentennale attività. La musica dalla risoluzione perfetta e neutra di Bach ha difatti esercitato un forte richiamo sul coreografo, rappresentando al contempo il contrasto e la sintesi musicale ideale per la sua danza, sensuale e istintiva come sempre, e attenta anche a mettere in risalto due aspetti che l’uomo di oggi ha, forse più del solito, osservato in se stesso: la sua fragilità e anche la sua tenerezza. Il titolo Rifare Bach vuole anche essere un richiamo alle tante rivisitazioni musicali che nel tempo sono state fatte delle opere del compositore tedesco. E alcune di queste sono parte della ricerca del coreografo nella composizione musicale dell’opera.
«Gli esseri umani hanno da sempre guardato alla natura per comprendere il senso del loro essere qui e delle loro azioni. La natura è comune a tutti ed è la madre di tutti, considerare la natura equivale a considerare l’universalità delle cose. La definizione etimologica di universo pone l’accento sull’unità di corpo e scopo quindi universalità equivale alla volontà di unire tutti in una dimensione di convivenza. La musica di Bach per quanto mi riguarda riesce ad unire ogni espressione d’arte sotto uno stesso involucro ed è strumento di creatività infinita così come lo è la natura, anche quella che (nei suoni) sarà presente nel mio lavoro e che ha stimolato la mia capacità cognitiva di creare e inventare così il mio processo di acquisizione di conoscenze e comprensione attraverso il pensiero. Uno spazio dove silenzio, ascolto, percezione e gesto saranno presenti in modo unitario nel rispetto delle singole differenze». (Roberto Zappala?)