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Interventi economici di sostegno sociale, cambia il regolamento comunale

Le nuove regole approvate all'unanimità dal Consiglio. Urbelli: "Adeguati i criteri a un bisogno che si è modificato". Prevista una soglia limite per le erogazioni

Sostenere le persone e le famiglie in situazioni di bisogno e di fragilità e, allo stesso tempo, potenziare le capacità dei singoli e dei nuclei familiari costruendo percorsi personalizzati di inclusione sociale attiva attraverso la sottoscrizione di un vero e proprio contratto sociale che richiede ai beneficiari un impegno preciso per acquisire maggiore autonomia.

È l’obiettivo principale del nuovo “Regolamento di solidarietà civica per la concessione di interventi economici di assistenza sociale” presentato al Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 20 ottobre dall’assessora al Welfare Giuliana Urbelli e approvato dall’assemblea con voto unanime.

Come ha osservato l’assessora, a Modena dal 2012 a oggi gli accessi ai Servizi sociali sono aumentati del 25 per cento, passando da 5.800 a 7.300. “Era necessario quindi ridefinire le regole che la nostra comunità si è data per rispondere al disagio economico e sociale attraverso l’erogazione di interventi economici adeguandole a un bisogno che nel tempo si è modificato. Il nuovo Regolamento – ha continuato Urbelli - pone alcune soglie limite, che verranno successivamente definite dalla Giunta, sia per la definizione dei beneficiari sia soprattutto per l’erogazione dei contributi, al fine di rendere il sistema equo e sostenibile, anche a fronte di situazioni in cui le istituzioni risultano particolarmente sollecitate e che occorre far rientrare in una dinamica di equità nel rispetto di tutti i cittadini”.

Le regole ora in vigore, che risalgono al 1994, sono quindi sostituite dal nuovo regolamento che disciplina i criteri di accesso, la gestione e l’erogazione degli interventi nella logica del Patto sociale già sperimentato dal Comune con il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Modena (con un finanziamento di 120 mila per circa 80 nuclei familiari) e alla base dei nuovi strumenti di contrasto alla povertà come il Sistema per l’inclusione attiva approvato a livello nazionale.

Il sistema di intervento, ha spiegato l’assessora Urbelli, “deve quindi mantenere in primo piano la centralità della persona e la promozione di processi di autonomia degli individui, favorendo percorsi di inclusione sociale attiva che, oltre al beneficiario, coinvolgano la rete sociale più allargata di associazioni, terzo settore, parrocchie, seguendo un principio di sussidiarietà”.

Il nuovo modello di presa in carico richiede una maggior responsabilizzazione e il rafforzamento del ruolo degli assistenti sociali che, operando in equipe multiprofessionali, accompagnano le persone e le famiglie nel percorso di ricerca dell’autonomia.

Gli interventi economici di sostegno sono indirizzati ai cittadini residenti nel Comune di Modena, che si trovano in condizioni di disagio socio-economico valutato attraverso il calcolo dell’Isee, in particolare gli anziani sopra i 65 anni fragili o non autosufficienti, gli adulti non ricollocabili al lavoro per età o situazioni personali problematiche e quelli con problemi di fragilità o sanitari, gli aduli con modalità di vita marginali o senza dimora stabile, i nuclei familiari e i genitori soli. Quattro i tipi di intervento previsti: di sussistenza, per le persone o le famiglie che nel breve e medio periodo non possano migliorare la propria autonomia economica; di inserimento orientato al recupero della piena autonomia economica, delle persone sole o delle famiglie temporaneamente senza un reddito sufficiente a soddisfare le esigenze primarie; finalizzato, destinato a integrare i redditi di singoli e famiglie in situazioni che richiedono un onere economico eccezionale e straordinario; in emergenza, erogati una tantum con procedimento d’urgenza per evitare eventi dannosi per l’assistito. In coerenza con l’obiettivo di uscire dall’ottica dell’assistenzialismo, l’intervento economico sociale non viene attivato per chi si rifiuti di collaborare alla definizione e sottoscrizione del progetto personalizzato e viene sospeso se il beneficiario rifiuta offerte di lavoro, cessa volontariamente un’attività lavorativa, rifiuta o abbandona percorsi di inserimento lavorativo, non rispetta gli impegni concordati nel progetto personalizzato sottoscritto in merito a quanto definito per la ricerca e il mantenimento dell’attività lavorativa.

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