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Alluvione, il centrodestra chiede risposte. Forza Italia sollecita un'inchiesta

Le forze di opposizione intervengono sul disastro del Panaro, chiedendo conto degli interventi svolti finora e accusando le amministrazioni di inerzia. La Lega chiede di usare il Recovery Fund per la messa in sicurezza

Forza Italia sollecita l'apertura di un fascicolo per l'alluvione nel modenese e la rottura dell'argine sul Panaro. "Sono diverse le zone grigie a cui occorrono risposte chiare e precise. Aipo, Regione e Provincia devono chiarire tempestivamente. La Procura di Modena deve aprire un fascicolo per disastro colposo. Raffica di interrogazioni per chiarire le responsabilità", è l'invito che arriva dai forzisti nei diversi livelli istituzionali. A prendere l'iniziativa, il senatore e coordinatore regionale Fi Enrico Aimi, la consigliera comunale Valentina Castaldini, il provinciale Antonio Platis e i comunali Piergiulio Giacobazzi e Pino Casano. 

"Innanzitutto è da capire come mai dall'alba fino alle 15.30 circa non si sia vista una ruspa sull'argine. Aipo, infatti, ha dichiarato pubblicamente di aver iniziato le operazioni di chiusura della falla a quell'ora e anche dalle testimonianze raccolte, viene confermato che siano trascorse almeno otto ore prima di intervenire concretamente sulla rottura". Sotto la lente forzista finisce anche la cassa di espansione di San Damaso e Sant'Anna. "Aprire le paratie e riempire tutte le casse d'espansione che possono arrivare a drenare 15 milioni di metri cubi d'acqua, avrebbe permesso un significativo alleggerimento della pressione sull'argine spezzato. Perchè non è stato riempito tutto l'invaso? Questo fatto è inaccettabile e la catene delle responsabilità va accertata", affermano gli azzurri. 

Questa mattina tutte le forze di centrodestra si sono mosse per richiamare le amministrazioni "avversarie" alle responsabilità sulla sicurezza del nodo idraulico. Lo ha fatto Fratelli d'Italia con il consigliere regionale Michele Barcaiuolo, con un'interrogazione che chiede alla Regione chiarezza sugli interventi di manutenzione effettuati su argini e casse di espansione: "Vogliamo sapere se gli interventi di manutenzione e adeguamento, avvenuti sempre a macchia di leopardo, a favore della casse di espansione di Secchia e Panaro, fossero prima dell'esondazione terminati e collaudati e ritenuti conformi o se i lavori fossero ancora da ultimare". Le casse di espansione di Secchia e Panaro, spiega il consigliere modenese, hanno raggiunto i livelli massimi, raccogliendo milioni di metri cubi d'acqua e gli interventi da poco realizzati "stanno indubbiamente contribuendo alla gestione dell'evento".

Anche la Lega incalza la Regione: "la provincia di Modena non può andare sott'acqua ogni autunno, inverno o primavera perchè non si può più parlare di fatti straordinari ma ormai ordinari", afferma il consigliere regionale del Carroccio Stefano Bargi intervenendo questa mattina in commissione. "è tempo- dice- di mettere mano una volta per tutte ai nodi idraulici della nostra provincia e approfittare dei fondi strutturali europei come il Recovery Fund, che destina il 30% alla lotta al cambiamento climatico, per mettere in sicurezza il nostro territorio". Per Bargi, "ormai la scusa della straordinarietà, esattamente come gli argini, non regge più e la popolazione non può vivere sotto la costante minaccia di questo flagello". 

Vicinanza ai tanti che ieri si sono svegliati con abitazioni e attività travolte dall’acqua, ma rammarico e amarezza per la mancanza di soluzioni ad un problema ormai cronico per il territorio sono stati espressi anche da Alberto Bosi, capogruppo del Carroccio a Modena. “Come mai non si riesce a trovare una soluzione efficace al problema delle inondazioni di fiumi e torrenti che da anni - in questo periodo e fino a primavera - affligge il nostro territorio? Com’è possibile che due giorni di piogge abbondanti e temperature miti costituiscano un binomio che non si riesce ad arginare, tanto da portare a fasi d’allerta rossa in brevissimo tempo o addirittura ad episodi catastrofici come quello di ieri. Mi chiedo se tutto ciò si sarebbe potuto evitare, e cosa hanno fatto l’Amministrazione e la Regione in questi anni per impedire il ripetersi di una storia già nota”.

“I fatti – ha rimarcato Bosi – dimostrano una gestione inappropriata da parte degli organi competenti: secondo quanto affermato dai residenti delle aree sommerse si sarebbero verificati ritardi nel dare l’allarme, ma ancora prima di questo non si è fatto nulla o quasi per prevenire il disastro che negli anni scorsi con il passaggio delle piene si è sempre sfiorato, fino a ieri. Non basta innalzare di qualche spanna gli argini nei punti più critici, si guardi alla zona di Ponte Alto; i fiumi vanno puliti e dragati periodicamente, non una tantum; le tempistiche dei lavori di potenziamento vanno rispettate: non ci possiamo permettere ritardi, come dimostra tristemente il caso del Tiepido. Nel 2014 si diede la colpa alle nutrie, oggi dietro quali scuse si vogliono nascondere Amministrazione e Regione?”. 

(DIRE)

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