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Richiedenti asilo, 1.149 gli ospiti in provincia. Calati di 224 in un anno

L’assessora Roberta Pinelli ha risposto in Consiglio comunale a due interrogazioni di Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia): “Nel corso dell’anno 224 ospiti in meno”

“I bassi dati sui contagi degli stranieri richiedenti asilo hanno confermato l’attenzione e il rispetto delle misure di sicurezza anti-Covid nelle strutture prefettizie e comunali adibite a ospitarli”, mentre i percorsi di accoglienza previsti dallo Stato e dal Comune hanno visto, in alcuni casi, proroghe con l’obiettivo “di evitare potenziali rischi di contagio sia per le persone sia per la comunità”. Lo ha affermato l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli rispondendo, nella seduta di mercoledì 12 maggio del Consiglio comunale di Modena, a due distinte interrogazioni di Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) sul tema dei richiedenti asilo. Le istanze chiedevano, in particolare, informazioni sui migranti destinati alla provincia di Modena nel 2020 e inseriti nel piano di accoglienza, sui richiedenti asilo entrati nei percorsi e nelle strutture di accoglienza e su eventuali altre forme di protezione. Le interrogazioni domandavano, poi, aggiornamenti sulle misure anti-Coronavirus adottate nelle strutture e sui dati dei contagi dei richiedenti asilo e di coloro che sono stati accolti nell’ambito del piano di emergenza invernale, anche alla luce di alcuni assembramenti segnalati nelle aree verdi, come il parco XXII aprile.

Illustrando i dati del fenomeno, forniti dalla Prefettura, l’assessora Pinelli ha spiegato che a fine 2020 i richiedenti asilo presenti nei Cas della provincia erano 1.149 (di cui 472 nella città di Modena) con 142 nuovi arrivi nei centri di accoglienza e 336 uscite, nel contesto di un calo complessivo di 224 unità. Mentre per quanto riguarda il progetto comunale Sai-Siproimi, finanziato dal Ministero dell’interno, i 65 posti disponibili sono stati occupati nell’anno da 89 persone; a fine anno erano presenti 46 beneficiari, di cui 11 richiedenti asilo e 35 titolari di protezione internazionale. Nel complesso, sul territorio provinciale, nel corso dell’anno i soggetti positivi al virus sono stati 90, di cui 88 richiedenti asilo nei Cas e due del progetto Sai-Siproimi.

“L’accoglienza dei richiedenti asilo è stata gestita e monitorata con massima attenzione e scrupolo da parte di tutti i soggetti coinvolti”, ha spiegato l’assessora, grazie all’attuazione di una serie di provvedimenti, a partire dal richiamo, per i gestori delle strutture, al rispetto delle prescrizioni sui movimenti dei migranti, consentiti solo in base delle deroghe previste dalla norma, e dall’adozione di stringenti misure di sicurezza per i casi di sorveglianza sanitaria e di isolamento fiduciario o permanenza domiciliare. Nelle situazioni di positività al virus, infatti, per garantire dove necessario la quarantena per 14 giorni in isolamento fiduciario, “i gestori hanno individuato appositi spazi nei centri o in strutture esterne”. In particolare, i contagiati malati sono stati collocati, fino alla guarigione, in centri individuati dalla Protezione civile assieme all’Ausl.

Per quanto riguarda gli ospiti, oltre a ricevere un tampone in diversi momenti del percorso di accoglienza, queste persone sono state informate sui protocolli igienici e di prevenzione da rispettare, anche attraverso documentazione multilingua, e le violazioni sono state sanzionate con provvedimenti che sono arrivati fino alla revoca del beneficio dell’accoglienza. In alcuni casi, invece, la stessa accoglienza è stata prorogata dal Ministero “per evitare uscite disordinate dal sistema che rischiassero di avere una ricaduta sul territorio”. Allo stesso modo, il Comune ha prorogato “per il tempo necessario” sia il sostegno previsto nella cornice del progetto Sai-Siproimi sia, più in generale, “le azioni per l’accoglienza temporanea in emergenza rivolta a persone, straniere o non, in situazione di disagio socio-sanitario e senza fissa dimora anche dopo l’inverno, allo scopo di garantire la tutela della salute della comunità e delle persone stesse, nei cui confronti è proseguito il monitoraggio pure attraverso le unità di strada”, ha sottolineato l’assessora, aggiungendo che, al di là dei dati degli ospiti dei Cas, non sono state rese disponibili le informazioni sul numero di richieste di asilo presentate da migranti in provincia nel 2020, sulla cifra di riconoscimenti o dinieghi di protezione internazionale e sul totale di tamponi completati.

In parallelo, sempre col fine di prevenire possibili situazioni di contagio, sul territorio sono proseguiti in maniera quotidiana i controlli delle forze dell’ordine e della Polizia locale, riservando un’attenzione specifica a eventuali “fenomeni di affollamento e assembramenti”. Come emerge dai dati della Prefettura, da inizio anno al 15 aprile sono state controllate nell’intera provincia oltre 65mila persone e sono state elevate circa 1.600 sanzioni per violazioni delle norme anti-Coronavirus.

In sede di replica, il consigliere Giacobazzi ha sottolineato che il fine delle interrogazioni era quello di “avere una fotografia aggiornata dei flussi migratori, oggi al picco storico, e di valutarne eventuali sviluppi”. Giacobazzi ha poi definito “preoccupante” il fatto che i dati sui richiedenti asilo resi noti dalla Prefettura “siano incompleti: significa che il Comune non conosce del tutto il fenomeno”. Infine, citando la presenza “di assembramenti nei parchi, in cui si verificano persino episodi di degrado che coinvolgono i richiedenti asilo”, ha osservato che in alcuni casi “è rimasta inascoltata la raccomandazione destinata agli ospiti, da parte dei centri di accoglienza, sull’importanza di non muoversi a meno di necessità”.

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