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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica San Cesario sul Panaro

Un'opera da 5 milioni di euro: “Il bacino crolla e non è utilizzato”

Polemica sullo stato del bacino irriguo di Altolà, la grande opera da 5 milioni di euro collaudata cinque anni fa, ma mai entrata pienamente in funzione. La denuncia della consigliera Piccinini: “Meglio sarebbe trasformarlo in una zona di interesse paesaggistico-ambientale”

“La grande opera da cinque milioni di euro sta franando, pochi la usano, per lo più nutrie, anatre e cormorani”, è la denuncia di Sabina Piccinini, ambientalista e consigliere comunale di San Cesario sul Panaro. Il bacino irriguo di Altolà avrebbe dovuto servire 170 aziende agricole, ma ad oggi solo 22 hanno scelto di prelevare acqua. Collaudato da ormai cinque anni, non è mai veramente entrato in funzione. 

“Gli agricoltori preferiscono irrigare con l’acqua dei pozzi, e come dar loro torto, visto quanto appare sporca quella del bacino – attacca la Piccinini – I pochi che hanno tentato di prelevare l’acqua, causa la scarsa pressione di consegna non sono riusciti ad irrigare il fondo e, come se non bastasse, hanno dovuto pure pagare per gli allacciamenti.  Il bacino irriguo è un grande flop, un lago abbandonato con evidenti problemi di tenuta. Nel 2005, in sede di approvazione del progetto definitivo, il nostro Gruppo Consiliare sollevò parecchi dubbi, primo fra tutti, quello di un possibile crollo del rivestimento in argilla in fase di svuotamento dell’invaso. Oggi, pare proprio sia così. Il livello dell’acqua si abbassa e le sponde franano”. 

Sabina Piccinini, che da anni porta avanti una battaglia contro le numerose cave presenti nella zona tra San Cesario e Spilamberto, sottolinea quindi: “Per ora gli unici che ci hanno guadagnato sono stati i cavatori con oltre un milione di metri cubi di ghiaia scavati. Dal progetto del 1989 a quello del 2005, il volume d’invaso e, ovviamente, il quantitativo di ghiaia scavata è quasi triplicato. Per irrigare cosa? Nella cava a fianco del bacino verrà realizzato un frantoio di notevoli dimensioni, la legislazione vigente vieta ai frantoi di utilizzare l’acqua di falda. Può essere che gli stessi cavatori che hanno realizzato il bacino preleveranno l’acqua per il loro mega-frantoio. Davvero una pessima idea, visti i problemi di tenuta dell’invaso”. 

“Meglio sarebbe trasformare il grande lago in una “zona di interesse paesaggistico-ambientale”, al pari dei laghi di Sant’Anna. E riconsegnarlo ai cittadini, visto quanto l’hanno pagato”, chiosa l'ambientalista.

Bacino irriguo di Altolà - San Cesario sul Panaro 2016

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