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Campo nomadi sotto la Tav, conto alla rovescia per lo sgombero. Ma non sarà facile

Persone allontante, controlli dei vigili ogni tre giorni, ma la situazione è critica. Il sindaco Muzzarelli ha risposto in Consiglio all'interrogazione di Stella del Pd

La situazione del “campo nomadi” in località San Matteo si conferma ancora problematica e di difficile gestione. Una situazione contraddittoria fin dalle suo origini, assume contorni sempre più vasti e "permanenti", facendo sorgere non pochi interrogativi sulla strategia da adottare per garantire la legalità in quell'area sotto il viadotto Tav.

Il tema è stato affrontato anche dallo stesso sindaco Gian Carlo Muzzarelli rispondendo nel Consiglio comunale di giovedì 17 novembre all’interrogazione di Walter Stella (Pd). Il consigliere ricordando una serie di “episodi spiacevoli e pericolosi che rendono difficile la convivenza del nucleo di nomadi con gli abitanti della frazione e gli utenti stradali”, ha chiesto in particolare “qual è la situazione attuale raffrontata a un anno fa, quando era stata presentata in Consiglio altra analoga interrogazione dal gruppo CambiaMo; se, come e con quale periodicità viene monitorata l’area; la data della scadenza del provvedimento degli arresti domiciliari per avere un'idea di quando potrà essere smantellato il campo e, nel caso che il termine del provvedimento giudiziario risultasse lontano se non sia opportuno che il Comune si attivi per intraprendere un dialogo con le autorità giudiziarie per trovare una soluzione differente, in altra area più sicura e dignitosa”.

Il sindaco ha spiegato che nel 2016 sono stati effettuati 188 controlli in 103 giornate. In occasione delle verifiche, tutte le persone non coinvolte nel provvedimento di arresti domiciliari, che è all’origine del fenomeno, vengono allontanate, ma evidentemente con effetti di brevissima durata. Tenuto conto della presenza di minori e anche per ridurre la frequentazione presso le residenze limitrofe e i conflitti con il vicinato, lo scorso 10 giugno è stato collocato un punto volante di approvvigionamento acqua, depotenziato nella sua fornitura, e sono stati collocati su via Canaletto Nord alcuni contenitori per la raccolta dei rifiuti.

“Per quanto riguarda la durata del provvedimento giudiziario – ha sottolineato il sindaco - la scadenza dovrebbe essere nei primi mesi del 2017, ma è bene essere consapevoli che non è detto ci sia coincidenza fra la fine degli arresti domiciliari e lo smantellamento del campo, poiché la complessità ed eccezionalità della situazione che si è venuta a creare richiederanno un’attenta verifica delle situazioni personali e familiari dei soggetti coinvolti e delle condizioni della loro permanenza sul territorio modenese. In attesa di ulteriori sviluppi – ha quindi concluso - l’Amministrazione comunale continuerà a garantire la frequenza e l’intensità dei controlli”.

Nella replica il consigliere Stella ha sottolineato ancora una volta che la collocazione del campo lungo una strada statale “è del tutto inadeguata” osservando inoltre che i residenti nella zona, dove già si trovano l’alta velocità e l’inceneritore e che è stata colpita anche dall’alluvione, “hanno percepito la presenza del campo come un ulteriore aggravio”.

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