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Referendum, a Modena 8mila firme per abrogare la “Buona scuola”

FAS-Sinistra Italiana presenta un ddl per "democratizzare" la legge voluta dal Governo Renzi, al centro di molte critiche sin dalla sua presentazione

Presto anche i dirigenti scolastici di Modena assumeranno i docenti, inseriti in un elenco territoriale, sulla base di criteri legati al Piano triennale dell'offerta formativa dell'Istituto. “Chi decide questi criteri? I dirigenti stessi in piena solitudine, sulla base di confuse e generiche indicazioni ministeriali.  E ciò in evidente spregio all'art. 97 della Costituzione italiana:“...agli impieghi nella pubblica amministrazione si accede mediante concorso...”. Questo il commento di FAS – Sinistra Italiana di Modena, che da molti mesi ormai combatte la propria battaglia contra la riforma introdotta dal Governo Renzi, che con l'approssimarsi dell'avvio del nuovo anno scolastico sta mettendo alla prova dinamiche e svelando criticità.

“Sia chiaro – precisa FAS – Sinistra Italiana in una nota - abbiamo fiducia nei dirigenti ma chi garantirà se compiranno scelte oggettive e trasparenti?  Inevitabile chiedersi se questo non sia un terreno estremamente pericoloso, che apre la strada a forme di clientelismo con una forte connotazione antidemocratica, mettendo anche in dubbio quella libertà nell'insegnamento garantita dalla stessa Carta Costituzionale”.

Insieme a tante altre forze, sindacati e movimenti noi di “FAS – Sinistra Italiana” abbiamo contribuito a raccogliere a Modena oltre 8mila firme su ciascuno dei quattro referendum sulla Buona Scuola, riuscendo a superare le 500 mila firme per l’abrogazione della legge.

”La scuola deve essere un ambiente educativo in cui tutti siano liberi di esprimere le proprie opinioni, assumendosene la responsabilità, ma in un confronto rispettoso di tutte le posizioni. In poche parole deve garantire quel pluralismo democratico utile alla formazione di cittadini autonomi e responsabili – chiosa FAS – Sinistra Italiana – Da tutte le leggi e gli atti emanati e dalla indisponibilità al confronto con le parti sociali, con la società e col Parlamento stesso il Governo non sembra perseguire questo obiettivo ma solo quello dell’ideologia del comando negando ogni forma di imparzialità, di condivisione, di confronto democratico”.

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