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Pronto soccorso e mezzi di soccorso nella Bassa, è ancora scontro a Mirandola

La Lega accusa l'Ausl di un nuovo depotenziamento dei servizi, ma l'azienda replica: "Un progetto in corso di valutazione con i Sindaci e nessun cambiamento su Pronto soccorso e Ospedale"

Prosegue lo scontro tra l'Amministrazione di Mirandola e l'Ausl sul tema dell'Ospedale Santa Maria Bianca e dei servizi ad esso collegati. Un braccio di ferro che prosegue ormai da tempo, con la Lega in prima fila a denunciare una politica sanitaria che a suo dire mira all'obiettivo di ridurre i servizi nel polo ospedaliero della Bassa. Ieri il consigliere comunale mirandolese e Segretario Provinciale leghista Guglielmo Golinelli ha attaccato: “Ma quali investimenti e potenziamenti? Siamo testimoni della prosecuzione della malcelata politica di spolpamento dell’Ospedale Santa Maria Bianca da parte del Presidente della Regione Stefano Bonaccini".

"Quando denunciamo il taglio dell’auto medica, Ausl si affrettò a minimizzare prontamente parlando della garanzia del servizio attraverso l’auto infermieristica. Nell’ultima riunione di distretto invece è stato deliberato il taglio di una delle tre dell’autoinfermieristica, certificando un ulteriore passo avanti nell’obbiettivo di giungere alla chiusura di un’altra branca della struttura. A questo punto ci chiediamo: che fine farà la nuova auto medica recentemente donata dall’imprenditore mirandolese Gian Luca Budri? Sarà spostata, mancando profondamente di rispetto ad un gesto nobile e frutto dell’amore per il territorio o sarà fermata?", spiega Golinelli.

"Un triste disegno ormai chiaro che, per completare definitivamente l’opera, mira alla trasformazione del Santa Maria Bianca in quelle strutture denominate CAU (Centri di Assistenza all’Urgenza). Una maniera cacofonica per abituare, gradualmente, un’area con 80.000 potenziali fruitori, all’idea di doversi muovere fuori dalla propria Regione per partorire o ricevere un primo intervento in caso di criticità sopraggiunte", chiosa il leghista.

Non si è fatta attendere la replica dell'Ausl di Modena: "A differenza di quanto si vuole far pensare, nell’ultimo comitato di distretto non è stato deliberato alcun taglio, ma è stato invece presentato parte del progetto provinciale di riorganizzazione dell’Emergenza-urgenza con l’obiettivo di avviare, insieme ai Sindaci, un approfondimento sulla rete dei mezzi di soccorso al fine di renderla più performante ed efficiente, stante anche la nota carenza di personale, valorizzando appieno le risorse presenti e mettendole ancora più a servizio del sistema distrettuale".

L'Azienda sanitaria respinge le accuse di depauperamento e spiega: "L’auto infermieristica citata nulla c’entra col Pronto soccorso, che anzi, sin dall'arrivo della nuova primaria, ha visto una importante riorganizzazione con anche l'istituzione dell'ambulatorio per i codici bianchi, che ha consentito di migliorare la gestione dei pazienti, e l’avvio dei lavori dell’area subintensiva e della medicina d’urgenza, pienamente in corso, come quelli della futura Casa della Comunità; l’avvio, tra i primi distretti a partire, della Centrale operativa territoriale e l’introduzione dei servizi di infermieristica di comunità dimostrano l’ampia progettualità esistente su Mirandola. Tutti interventi che pongono l’Ospedale e il Distretto in una fase di consolidamento e non certo di spopolamento, con anche un altro obiettivo, renderli attrattivi per i professionisti sanitari".

Per quanto riguarda il mezzo di soccorso al centro del dibattito, l'Ausl chiarisce: "La proposta in corso di valutazione, vale a dire l’eliminazione dell’orario notturno di un mezzo di soccorso che interveniva su un numero molto esiguo di codici di alta gravità (circa il 2% lo scorso anno sul totale dei suoi interventi), è motivata dalla possibilità di una gestione più efficiente di tali casi tramite gli altri mezzi già presenti sul territorio. L’automedica rimane inoltre pienamente attiva su Mirandola, senza alcuna modifica rispetto a questo servizio. La valutazione, come sempre, è per rendere la rete sanitaria più efficiente e rispondente ai bisogni, senza minimamente inficiare il livello del soccorso sul territorio sotto il profilo della qualità e della tempestività dell’assistenza, che rimane l’obiettivo primario dell’azienda sanitaria".

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