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La Regione approva la legge che chiede allo Stato 4 miliardi in più per la sanità pubblica

Via libera alla proposta di legge alle Camere per prevedere fondi aggiuntivi per il sistema sanitario pubblico pari al 7,5% del Pil italiano. Il voto è arrivato dopo un confronto fra le forze politiche protrattosi fino a tarda sera

Il Parlamento stanzi 4 miliardi in più per la sanità pubblica. L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato il progetto di legge alle Camere proposto dalla giunta regionale che chiede al Parlamento di prevedere fondi aggiuntivi per la sanità pubblica pari al 7,5% del Pil italiano per i prossimi 5 anni e far sì che le Regioni superino i vincoli di spesa per assumere, stabilizzare e garantire stipendi adeguati al personale sanitario. Inoltre, si chiede di garantire la copertura finanziaria della legge con le maggiori risorse che dovessero rendersi disponibili dalla crescita economica prevista dalla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanzia e, in subordine, da risorse derivanti dal contrasto all’evasione fiscale.

Il voto è arrivato nella tarda serata di martedì dopo una giornata di confronto fra le forze politiche.

“In Emilia-Romagna vogliamo curare tutte le persone a prescindere dalla residenza e dal reddito. Un servizio sanitario pubblico con questi obiettivi ha bisogno di più risorse. Per questo chiediamo al Parlamento di farsi carico di un’esigenza sentita da tutto il Paese. Francia e Germania investono più nel 9% del Pil in sanità mentre il governo Meloni fa scelte opposte rispetto ai nuovi bisogni di salute dei cittadini. Se non si sceglie di investire nella sanità pubblica si aprirà un periodo complesso per chi ha maggiore bisogno di salute e una parte enorme del nostro sistema di welfare verrà penalizzata”, ha sottolineato la relatrice di maggioranza Marcella Zappaterra (Pd).

Diametralmente opposta la posizione del relatore di minoranza Daniele Marchetti (Lega): “La proposta di legge è strumentale, perché il governo ha stanziato in finanziaria 3 miliardi aggiuntivi per la sanità. Al contrario, la Regione Emilia-Romagna ha tagliato più di 800 posti letto nella scorsa legislatura, fa un uso smodato delle ‘liste chiuse’ e nel 2022 ha registrato un deficit di 800 milioni in ambito sanitario. Anziché discutere di quello che deve fare il governo, in quest’Aula dovremmo affrontare la riforma della sanità regionale”.

L’Assemblea legislativa ha anche approvato tre ordini del giorno: il primo a firma di Silvia Piccinini (M5s), Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) e Marcella Zappaterra (Pd) che chiede che ogni incremento dei finanziamenti statali per la sanità siano destinati alle sole strutture sanitarie pubbliche; il secondo di Pd, ER Coraggiosa, Italia Viva, Europa Verde e Lista Bonaccini che impegna la giunta a sollecitare il governo a proporre, nell’ambito del Patto di stabilità europeo, la riclassificazione della spesa farmaceutica, in particolare per i farmaci innovativi, passando dall’attuale classificazione di spesa corrente a spesa d’investimento. L’atto d’indirizzo, inoltre, impegna l’esecutivo regionale a sostenere la necessità di un piano di ammortamento per i farmaci innovativi con fondi che si alimentino non solo con la spesa pubblica ma anche con i risparmi derivanti dall’uso di questi farmaci; il terzo di Italia Viva, Lista Bonaccini e Pd che impegna la giunta a intervenire sul governo al fine di favorire un voto positivo del Parlamento in occasione della ratifica del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e affinché l’esecutivo nazionale ne valuti l’attivazione per fare fronte agli investimenti necessari al Servizio sanitario nazionale. Respinto, invece, l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia finalizzato a sollecitare la giunta a riconoscere il fallimento delle politiche regionali in materia di sanità.

La proposta di legge alle Camere è stata approvata con il voto favorevole di Pd, Italia Viva, Lista Bonaccini, ER Coraggiosa, Europa Verde e Movimento 5 Stelle e quello contrario di Fdi, Lega e Rete civica. Forza Italia non ha partecipato al voto.

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