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Permeabilità del suolo, novità nel regolamento edilizio del Comune di Modena

In Consiglio Comunale arriva una delibera di interpretazione autentica, per i contesti già costruiti, del nuovo Regolamento edilizio. Assessore Vandelli: “Un’operazione di trasparenza e chiarezza”

Nei casi di ampliamenti edilizi modesti su lotti in buona parte già costruiti, il criterio di permeabilità va rapportato in percentuale all’incremento e non alla potenzialità complessiva. Lo ha precisato il

Consiglio comunale di Modena approvando una delibera di interpretazione autentica dell’articolo sull’indice di permeabilità presente nel Rue, il Regolamento edilizio comunale, approvato lo scorso novembre.

A favore della delibera, si sono espressi Pd, Sinistra per Modena, Verdi e Modena civica, contro Lega nord e M5s, astenuti FI e Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia.

Portando in Consiglio questa delibera – ha affermato l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli presentando il documento – abbiamo fatto un’operazione di trasparenza e chiarezza verso il Consiglio e la città. L’impianto del Rue viene confermato e vengono esplicitati alcuni campi di applicazione del Regolamento, dettagliando e spiegando la volontà del Consiglio comunale rispetto all’indice di permeabilità degli interventi in contesti complicati come quelli del già costruito”.

Di fatto, ha spiegato l’assessora, “con la delibera viene introdotto un criterio di proporzionalità: nei lotti ampi e complessi, dove la quota di già costruito è significativa, con una interpretazione non proporzionale gli interventi di ampliamento modesti sarebbero stati fortemente onerosi per le imprese e non era questo l’obiettivo della norma. In assenza di una esplicitazione – ha proseguito – l’interpretazione della norma poteva non essere chiara soprattutto ai soggetti esterni, mentre con questa delibera che chiarisce il criterio di proporzionalità sicuramente aiuteremo le nostre aziende”.

Nel dibattito, il consigliere Andrea Giordani del M5s ha annunciato voto contrario affermando che  “Vandelli ha chiarito che oggi non modifichiamo la delibera di variante al Rue approvata a novembre 2019 ma ne diamo una interpretazione autentica. Questo meccanismo non ci pare chiaro: se c’era qualcosa di sbagliato si può ammettere e correggere, se invece la delibera era corretta troviamo curioso ridiscuterla in Consiglio. Non ci pare il nostro ruolo – ha aggiunto – sono gli uffici che dovrebbero assumersi questa responsabilità”.

Elisa Rossini di Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia si è detta d’accordo con il consigliere Giordani e ha a sua volta espresso “perplessità sullo strumento utilizzato. Il 7 novembre abbiamo approvato le controdeduzioni al Rue – ha chiarito – e sottoporre adesso un’interpretazione autentica su osservazioni già passate in Consiglio non mi sembra una procedura chiara o condivisibile. Anticipo quindi il mio voto di astensione”.

In dichiarazione di voto, il consigliere Diego Lenzini del Pd ha ricordato che “l’Amministrazione poteva decidere di non passare dal Consiglio e di procedere diversamente, ma io ritengo giusto aver portato qui questa delibera di interpretazione e spero venga fatto anche in futuro. Applicando una norma, infatti, può emergere un problema di interpretazione, che magari riguarda pochissimi casi ma è giusto sciogliere i possibili dubbi con un’interpretazione autentica”.

In chiusura di dibattito, l’assessora Vandelli ha precisato che “l’interpretazione autentica non è un istituto inventato dall’Amministrazione e dove è necessario chiarire il senso profondo di una norma è il soggetto che quella norma l’ha deliberata che può farlo. Abbiamo portato questa delibera in Consiglio per rendere pubblico l’orientamento e l’interpretazione che il Consiglio stesso dà sulla norma; una circolare esplicativa di tecnici, invece – ha concluso – sarebbe rimasto un atto interno”.

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