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Corteo e rave party a Modena, il punto in Consiglio tre mesi dopo. Ancora scontro

Al parco Ferrari 7mila presenze. Pulizie e bagni chimici a carico dell’organizzazione; evento autorizzato da Questura. Il sindaco risponde a interrogazione di Lega Modena

“Ad autorizzare manifestazioni e cortei non è il Comune di Modena che, come tutti gli altri Comuni non ha poteri e competenze dello Stato in materia di sicurezza pubblica. Il sindaco partecipa al Comitato Ordine Pubblico e Sicurezza coordinato dal Prefetto e in quella sede esprime con forza tutti i suoi dubbi e le sue contrarietà: proprio come ho fatto, con grande trasparenza nel caso dello Street rave parade”. Rispondendo nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 1 febbraio all’interrogazione presentata da Giovanni Bertoldi (Lega Modena), il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha subito “sgomberato il campo da fraintendimenti e possibili strumentalizzazioni da campagna elettorale” e ha spiegato il ruolo dell’amministrazione, riportando poi elementi forniti da Prefettura e Questura.

A tre mesi dalla manifestazione, l’istanza poneva infatti quesiti relativi a: autorizzazione dell’evento, costi a carico dell’amministrazione pubblica per rimozione di auto e cassonetti, apposizione di cartelli, messa in sicurezza, pulizia straordinaria di vie e parco; personale comunale utilizzato, operatori sanitari, di forze dell’ordine e protezione civile; danni alla città, ripercussioni sul traffico e ricaduta ambientale; ragazzi soccorsi; venditori abusivi, oltre che in merito a musica e utilizzo di fuochi artificiali nel parco.

Il sindaco ha quindi ricordato l’appello fatto dopo la decisione del Cosp “che ha agito con responsabilità istituzionale, consapevole del difficile equilibrio da trovare tra le libertà garantite dalla Costituzione e le necessità di pubblica sicurezza”. In quell’appello sollecitava “la massima attenzione di Governo e istituzioni, così come degli organizzatori, affinché le manifestazioni si svolgessero in modo corretto, con senso civico e rispetto dei diritti di tutti: si può manifestare, esprimendo il proprio pensiero, senza violenza e senza provocare danni”. Muzzarelli ha anche sottolineato come “alla vigilia del corteo una parte della cattiva politica aveva lanciato messaggi apocalittici per avvelenare il clima e sfiduciare il lavoro delle Istituzioni facendo il tifo contro Modena” aggiungendo che invece “per protestare la manifestazione ha usato il linguaggio della festa, nessuna violenza, nessuna provocazione, nessuna distruzione, nessun danno alle persone, pochi alle cose: qualche imbrattamento in assoluto da condannare, e disagi legati soprattutto al traffico, come è inevitabile quando si muovono migliaia di persone in una città di medie dimensioni. Per come è andata bisogna ringraziare i modenesi, le Istituzioni e le Forze dell’Ordine; la Polizia Locale e gli uffici comunali, i gestori dei servizi pubblici”.

I numeri e lo svolgimento della manifestazione

In merito ai dati: il corteo ha visto partecipare più di 5mila persone provenienti soprattutto da fuori città, 23 carri allestiti con sound system e quattro furgoni con viveri e per la raccolta dei rifiuti. Molti manifestanti sono giunti in treno, parecchi anche con mezzi propri: sono state pertanto individuate aree di parcheggio attorno allo stadio e tra via Ramelli e Razzaboni. Gli organizzatori hanno collocato bagni chimici a parco Novi Sad, largo Garibaldi, piazzale Risorgimento e parco Ferrari. Il corteo si è svolto nel tracciato individuato dal Cosp; è iniziato verso le 16 e gli ultimi hanno lasciato Parco Ferrari poco dopo le 3 di notte (dalla mezzanotte la musica si era progressivamente abbassata); il deflusso è stato regolare e senza incidenti. Le forze dell’ordine hanno effettuato sopralluoghi per obiettivi sensibili lungo il tragitto; la Questura non ha comunicato arresti, fermi, sequestri di materiale, cibo o bevande. Il Comune non era a conoscenza dell’utilizzo di botti o fuochi pirotecnici. Al parco Ferrari, dove le presenze sono salite a circa 7mila, non ci sono stati danni o vandalismi e risulta un solo intervento della pubblica assistenza per due persone che si sono azzuffate. L’organizzazione della street parade ha curato a proprie spese la gestione dei rifiuti, in contatto con Hera che ha gestito le pulizie con i servizi ordinari. La Questura ha fatto rimuovere sei batterie di raccolta e gli altri punti lungo il percorso, cestini compresi, sono stati resi inaccessibili tramite ‘incappucciamento’ e ripristinati appena passato il corteo. Nessuna telecamera è stata danneggiata o coperta, anzi il sistema videosorveglianza si è dimostrato molto utile. La Polizia Locale ha svolto servizio di viabilità e ha partecipato al dispositivo di sicurezza deciso dalla Questura; ha anche garantito altri servizi previsti in città per quel fine settimana. Gli operatori impegnati per il corteo sono stati 73 (65 di Modena e 8 di Comuni limitrofi) con 46 veicoli. Presenti anche le Unità di Strada con circa 20 persone per attività di presidio sociale e prevenzione, informazione e sensibilizzazione, distribuzione di materiale sanitario e piccoli generi di conforto in caso di bisogno.

In conclusione, non ci sono stati danni rilevanti al patrimonio pubblico e privato; la principale criticità è stata costituita da scritte di imbrattamento su palazzi privati e pubblici compiute da alcuni manifestanti con vernice spray; dopo la manifestazione l’Amministrazione comunale ha fatto quindi cancellare e ritinteggiare i muri imbrattati con un intervento del valore complessivo di circa 5mila euro.

Il dibattito in consiglio comunale

Aprendo il dibattito, Stefano Manicardi (Pd) ha posto l’attenzione sul fatto che norme stringenti come quella contro i rave rischiano di essere applicate anche a contesti molto diversi. “Invece di proibire, si dovrebbero creare le condizioni per inquadrare le libere manifestazioni del pensiero. È quanto è successo a Modena, dove la manifestazione è stata gestita impegnandosi a tutelare l’interesse di tutti, cittadini e manifestanti”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha sostenuto che la manifestazione “ha limitato la libertà dei cittadini di trascorrere un pomeriggio tranquillo, senza musica assordante e ha impattato sulla pulizia della città”. Per la consigliera, il percorso scelto “non ha tenuto insieme le esigenze di pubblica sicurezza con la libertà dei cittadini di usufruire degli spazi pubblici e del silenzio. Sappiamo che la decisione è dipesa da Prefettura e Questura – ha aggiunto – ma interveniamo per difendere il bene della città, mentre il sindaco voleva solo dimostrare che la norma contro i rave non gli andava bene”.

Alla consigliera ha replicato Antonio Carpentieri (Pd) ribadendo che “come ha già detto con grande chiarezza nella sua risposta, il sindaco aveva espresso al Cosp tutti i suoi dubbi e le sue preoccupazioni sulla manifestazione. E comunque – ha proseguito – chi decide non è il sindaco ma, appunto, il Cosp presieduto da Prefetto, che rappresenta il Governo, e Questore. L’amministrazione ha preso atto della decisione e vi si è attenuta, dando il suo contributo per tutelare al meglio l’interesse di tutti”, riducendo l’impatto sulla città.

“Fratelli d’Italia sta criticando il suo governo per come ha gestito la street parade” ha commentato Marco Cugusi (Sinistra per Modena) affermando che “la manifestazione, nata come protesta contro una norma liberticida, è stata una dimostrazione di democrazia e civiltà, in una forma rispettosa di divertimento e senza violenza a cui hanno partecipato tanti giovani per riaffermare il loro diritto alla libertà e alla libera manifestazione del pensiero”.  

In replica il consigliere Bertoldi si è dichiarato “non soddisfatto per una risposta incompleta, parziale e molto politica”. Secondo il consigliere “non si può accettare quello che era non una manifestazione ma un rave party itinerante a cui partecipavano molti ragazzi in preda ad alcol e droghe. Non si possono accettare manifestazioni che creano problemi a tutta la città. Ai giovani deve essere data la possibilità di essere liberi ma ci vogliono regole e controlli contro gli eccessi. È stata fatta una scelta politica sbagliata”.

Dopo aver preso atto che il consigliere “considera sbagliata la scelta della questora e del Cosp che hanno autorizzato il corteo”, il sindaco Muzzarelli, intervenuto a chiusura del dibattito, ha ricordato ancora una volta di aver sollevato molte perplessità prima della manifestazione: “Ma visto che non si poteva vietarla, perché siamo ancora in democrazia, abbiamo lavorato per cambiare il tracciato in modo da contemperare tutte le esigenze e, infatti, le iniziative programmate in centro si sono svolte senza problemi”.

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