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Trasporti in crisi, Il Comune difende Seta: "Servono misure nazionali urgenti

L’assessora Filippi risponde a un’interrogazione del M5s, evidenziando come l'azienda del bacino modenese ha mostrato "la volontà di attuare ogni azione migliorativa possibile"

"I disservizi al servizio di trasporto pubblico urbano che si sono verificati dall’autunno - e che si stanno aggravando in queste prime settimane dell'anno - sono dovuti al repentino incremento delle assenze a causa di malattie stagionali, ma la carenza di autisti è un problema strutturale ed estremamente diffuso, soprattutto nel nord Italia. Seta ha messo quindi in campo azioni per fidelizzare il personale con benefit e benefici economici e azioni per l’assunzione di nuovi conducenti".

“Resta il fatto che un’emergenza nazionale richiede misure nazionali urgenti e consistenti” ha affermato l’assessora alla Mobilità sostenibile Alessandra Filippi, rispondendo nel Consiglio comunale di giovedì 25 gennaio a un’interrogazione del Movimento cinque stelle. 

L’istanza, illustrata da Enrica Manenti, chiedeva in particolare conferma di alcune corse saltate, se da gennaio a novembre 2023 ci sono state segnalazioni di simili disservizi, se sono stati effettuati controlli e presi provvedimenti; se tra le cause ci sono anche le condizioni di lavoro”. E ancora: “perché la situazione non sia stata prevista, se sono state messe in campo azioni per la tutela delle condizioni di lavoro e se Seta preveda incentivi per gli autisti; come e quando si pensa di rendere il Tpl un servizio efficiente e tempi e risorse per la sostituzione dei vecchi mezzi”.

Le assenze e la riduzione del servizio

L’assessora Filippi ha riportato dati e informazioni fornite da Seta e da aMo “che svolge costantemente controlli anche attraverso il monitoraggio satellitare” confermando le corse saltate, che nel periodo gennaio-novembre 2023 sono pari allo 0,4 % delle programmate, a fronte di un grado di tolleranza ammesso dal Contratto di Servizio dello 0,3 (ad eccezione di quelle saltate per sciopero o causa di forza maggiore) e l’applicazione della penale di 100 euro per ognuna. Il mese più critico è stato novembre quando le corse saltate sono state più della somma dei 10 mesi precedenti, a causa del picco influenzale e aggravate dalla problematica nazionale della carenza di personale. Oltre all’aumento delle assenze dei propri autisti, Seta si è trovata a coprire turni di lavoro di diversi subaffidatari di linee extraurbane. Per fronteggiare la situazione, dal 4 dicembre è stato attuato un piano di emergenza, concordato col Comune, con riduzione temporanea e selettiva di 102 corse giornaliere che ha fatto registrare un miglioramento della situazione dal punto di vista della regolarità del servizio. 

I tentativi di Seta per risolvere la situazione

Davanti a un problema particolarmente “complicato e complesso che va al di là dei confini territoriali”, come sottolineato dall’assessora, per contrastare la carenza di conducenti e limitare il turn over, già da inizio 2022 Seta ha individuato una serie di azioni strategiche. Infatti, se fino al 2019 l’azienda riceveva ogni anno 4-500 autocandidature soprattutto dal Sud Italia da cui selezionare personale per le sostituzioni periodiche, dal 2020 si sono drasticamente ridotte a causa della minore attrattività della professione e del crescente costo della vita nel nord. 

Seta ha quindi fatto ricorso a pratiche incentivanti, in particolare per fidelizzare i lavoratori con benefici economici derivanti dalla contrattazione integrativa aziendale, che integrano il Contratto collettivo nazionale e anche con migliorativi di turni e orario. Per 1.020 dipendenti è inoltre disponibile un pacchetto di servizi welfare, un piano sanitario e altri benefit. Per favorire l’inserimento di nuovi conducenti, ai neoassunti è garantito contratto di lavoro a tempo indeterminato, copertura integrale dei costi per l’acquisizione di patente D e abilitazioni professionali (valore oltre 3.500 euro) attraverso Seta Academy e, a chi proviene da fuori regione, una soluzione per sistemazioni abitative temporanee. Sono stati inoltre avviati contatti con istituzioni e associazioni per l’inserimento lavorativo di stranieri nell’ambito dei flussi d’ingresso. 

“Tutte azioni che testimoniano la volontà dell’azienda di attuare ogni azione migliorativa possibile", ha rimarcato l’assessora ricordando però la necessità di provvedimenti nazionali a sostegno del settore sollecitati anche dalle associazioni Asstra, Agens e Anav: rifinanziamento e indicizzazione all’inflazione del Fondo Nazionale dei Trasport, ristoro delle perdite tariffarie levate al Covid; ristori per maggiori costi a causa del caro energia; stanziamento di risorse per accompagnare gli investimenti delle aziende”.

Il dibattito in Consiglio comunale

Aprendo il dibattito, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha precisato che “sebbene quello del trasporto pubblico locale sia una questione nazionale, a Modena il problema persiste da molto tempo”. La consigliera si è quindi soffermata, in particolare, sulle 506 corse “saltate” a gennaio 2023 a causa di “eventi di forza maggiore”, come riportato da aMo, ovvero un’epidemia influenzale tra il personale: “Questa cosa non esiste – ha affermato Rossini – bisogna affrontare il problema in modo serio”. Rossini ha perciò chiesto di sostenere concretamente i lavoratori, auspicando che Seta aumenti benefit e tutele a loro vantaggio.

Per il Movimento 5 stelle, Barbara Moretti ha affermato che “la governance del trasporto pubblico locale è stata deficitaria”. La consigliera ha sottolineato che “attualmente persistono condizioni lavorative proibitive, con turni di lavoro massacranti: occorre condividere questa situazione con le direzioni di Seta e Amo e valorizzare il capitale umano”. “Che futuro abbiamo in mente per il trasporto pubblico di Modena? È quello previsto dagli studi di fattibilità o si può ipotizzare altro per aumentarne la competitività?”, sono le domande poste da Giovanni Silingardi che ha parlato anche del “problema serio” dei tagli del Governo e delle politiche di austerity che “rispondono solo alla grande finanza, creando disagio sociale in settori fondamentali come trasporto, sanità e scuola”. In replica, Enrica Manenti ha aggiunto che è l’Amministrazione comunale a “dover trovare il bandolo, vigilando sull’operato delle aziende e sul raggiungimento degli obiettivi”. Manenti ha pure ricordato le responsabilità del Consiglio comunale: “Abbiamo condiviso in questa sede alcune istanze dei lavoratori “a cui mancavano anche i servizi igienici: come possono essere attrattive queste condizioni di lavoro?”.

Per Antonio Baldini (Gruppo indipendente per Modena) “il problema del buco delle corse non è solo dovuto al picco influenzale, ma è una questione strutturale: c’è un problema di attrattività di lavoratori sulla città”. Nello specifico, il consigliere ha rilevato la persistenza di problematiche mai risolte, “come la mancanza di un adeguamento remunerativo alla luce del costo della vita e un contratto integrativo aziendale non soddisfacente”.

Per il Pd, Alberto Bignardi ha evidenziato le difficoltà diffuse del settore: “Dopo il Covid il numero degli utenti si è ridotto, mentre è quasi raddoppiato il costo dei carburanti e l’inflazione ha un impatto sempre più crescente”. Nonostante queste difficoltà, “non possiamo rinunciare a un servizio che guarda al futuro. Occorre quindi mettere in sicurezza l’azienda, poiché questo è un settore che non si sostiene da solo”. Anche Antonio Carpentieri ha chiarito che “questo servizio ha l’evidente necessità di un enorme sostegno pubblico”, puntualizzando che “la fuga degli autisti riguarda non solo Modena ma tutto il Paese”. Per il capogruppo il tema è quello dei salari: “Non ci sono risorse pubbliche per andare incontro alle richieste economiche: è un problema nazionale da risolvere”. Per Diego Lenzini il tema del trasporto pubblico chiede “pragmaticità, coraggio e l’impegno di tutti i gruppi consiliari”. Pure il consigliere ha evidenziato il tema dei finanziamenti: “Modena prende metà delle risorse di Parma e Bologna: occorre aumentare quindi i contributi regionali e nazionali”. Infine, Lenzini, nell’ambito di una revisione del trasporto pubblico locale, ha parlato di progetti in corso più funzionali alle esigenze città “tra cui l’inserimento, dove possibile, di corsie preferenziali”.

Ambiente, vivibilità e supporto a chi non utilizza mezzi privati, sono per Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) questioni centrali legate al trasporto pubblico, “ma in città la situazione è quella di un servizio cronicamente non adeguato alle esigenze”. La consigliera ha quindi affermato di non condividere la scelta di ridurre le corse: “Si tratta di un ridimensionamento del servizio che non rientra tra gli obiettivi dell’Amministrazione comunale”. Infine, per Scarpa, le condizioni critiche di lavoro sono causate da “impattanti tagli del Governo e della riduzione dei costi del servizio a opera dei gestori, con conseguenze sulla qualità del servizio”. Per Marco Cugusi il “nodo” principale sono i tagli al servizio: “Tutto ciò che è pubblico, come anche la sanità, viene ridimensionato a favore di politiche private”. Da questo dipende anche la condizione dei lavoratori: “Ci sono turni di lavoro massacranti, salari bassi e differenze salariali tra una città e l’altra”. Per il consigliere, altro tema fondamentale è la crescita della competitività del servizio: “Ciò può accadere solo puntando sulla presenza di corsie preferenziali”.

“L’attenzione al trasporto pubblico locale nel Paese è residuale” ha dichiarato Paola Aime (Europa Verde-Verdi), specificando che “interventi come bretella e ponte sullo stretto bastano a far capire la direzione intrapresa”. Per la consigliera, quindi, le condizioni critiche dei lavoratori “dipendono da risorse che non ci sono perché le politiche hanno altri obiettivi”. Secondo Aime, dunque, “è necessario un grande sforzo per avviare davvero una trasformazione del servizio”. Una battaglia che la consigliera ha definito “epocale”.

In replica, l’assessora Alessandra Filippi ha precisato che il Pums, Piano urbano di mobilità sostenibile, prevede già interventi migliorativi del servizio di trasporto pubblico locale, “ma per attuarli sono necessarie risorse che il Comune di Modena non ha: occorre pertanto spingere a livello regionale e nazionale per un maggiore sostegno”.

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