Casse d'espansione del Panaro, "Perchè non procedere ora con il collaudo?"
La sollecitazione arriva dai consiglieri di San Cesario Zanoli e Piccinini: "Milioni su milioni sono stati spesi per consolidare argini ed adeguare una cassa d’espansione che fino ad oggi ha funzionato solo a metà"
A più di due anni di distanza dall’alluvione del 5 dicembre 2020 - che allagò i territori di Nonantola e Castelfranco Emilia - sono ancora tanti i dubbi legati al funzionamento della cassa d’espansione del Fiume Panaro. Dopo un’attesa durata quasi cinquant’anni, nella primavera 2021, con la prima prova d’invaso, il collaudo dell’opera è stato finalmente avviato.
Un tema caro ai consiglieri comunali di San Cesario Mirco Zanoli (Rinascita Locale) e Sabina Piccinini (Civica Nuovo San Cesario), che spiegano: "In assenza del collaudo nessuno potrà mai sapere con certezza se la cassa d’espansione del Panaro, realizzata nel 1974 e costata 30 milioni di euro, funzioni adeguatamente. Secondo quanto dichiarato dal direttore di Aipo e dall’assessore alla difesa del suolo ed alla protezione civile della Regione, Irene Priolo, la seconda prova d’invaso, con riempimento della cassa secondaria per circa 7 giorni, avrebbe dovuto essere effettuata nell’autunno del 2021. La terza prova con riempimento della cassa secondaria per circa 14 giorni avrebbe dovuto essere effettuata la scorsa primavera. Nulla è stato fatto, il collaudo si è fermato alla prima prova, al riempimento parziale della cassa d’espansione, evento peraltro già visto in occasione dell’alluvione del 2020".
Di qui la proposta: "Dopo le piogge di questi giorni il Fiume abbonda di acqua: non è forse questo il momento di partire con la seconda e terza prova d’invaso? Se non ora quando? Quanto accaduto ai cittadini di Nonantola, Gaggio e della Fossalta non dovrà più ripetersi. Milioni su milioni sono stati spesi per consolidare argini ed adeguare una cassa d’espansione che fino ad oggi ha funzionato solo a metà. Non vogliamo neppure pensare che altri milioni potrebbero essere spesi per risarcire, ancora una volta, i danni di un’alluvione"
Zanoli specifica: "A due anni e mezzo dalla rotta di Nonantola non avere completato il collaudo ed essere addirittura senza una serie di paratoie in piena emergenza lo riteniamo un fatto assolutamente gravissimo, inaccettabile e vergognoso, con l’opera funzionante si sarebbe tenuta in sicurezza l’area a valle, la Fossalta non avrebbe avuto il codice di allerta rosso per la storica spinta contraria del Panaro sul Tiepido, un giorno ancora di pioggia e non vogliamo neppure pensare a cosa sarebbe potuto succedere, nel bolognese ci sono morti e dispersi, qui si scherza col fuoco, chiediamo che Aipo ci fornisca risposta al più presto all’accesso atti ma soprattutto che proceda in tempi ristretti al collaudo finale".