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Gite fuori porta in Appennino: i luoghi da non perdere per una visita in giornata

Alcune idee per scoprire alcuni dei punti più suggestivi dell'Appennino modenese

Antiche rocche abbarbicate sulla cima di un monte, panchine giganti da cui ammirare alcune delle cime più alte d'appennino ed eleganti ponti in pietra a doppia arcata: ecco alcune mete modenesi da visitare in giornata!

1. Alla scoperta delle panchine giganti di Prignano sulla Secchia e Serramazzoni

Si chiamano Big Benches, sono disseminate in tutta Italia in corrispondenza di punti panoramici e hanno lo scopo di valorizzare e sostenere le comunità locali, un tipo di turismo sostenibile e responsabile (slow tourism) e le eccellenze artigiane e gastronomiche tipiche delle varie zone d'Italia. 

Nella provincia modenese se ne trovano due, una a Prignano sulla Secchia e una a Serrammazoni. Vediamo le loro caratteristiche!

La numero 108 - inaugurata nell'agosto 2020 - si trova nel comune di Prignano sulla Secchia sulla sommità del monte Pedrazzo (oltre 700 mt d'altitudine). Da qui e dai 2 metri e mezzo d'altezza circa per 3 metri di lunghezza della Big Bench, si gode di un ottimo panorama sull'appennino tosco-emiliano, con le cime del Monte Bianco e del Monte Cusna visibile nitidamente. E' di colore blu ed è raggiungibile direttamente dal centro di Prignano sulla Secchia seguendo il sentiero "anello di Prignano" a piedi (45 minuti) o in mountain bike (15/20 minuti).

La seconda, invece, è stata inaugurata nell'agosto 2022 ed ha il colore del malbo gentile, la tipica uva di Serramazzoni. Il luogo è Pazzano di Serramazzoni, nei pressi dell'azienda vinicola "Cantina del Frignano", punto strategico dal quale poter ammirare un variegato panorama che spazia dai monti alle verdi campagne modenesi. 

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2. La Rocca di Montese

Il castello di Montese sorge arroccato sulla cima di un boscoso monte che domina l’alta valle del Panaro. Così come appare oggi, il castello si compone di una robusta torre a pianta quadrata collocata al centro del sistema fortificato, che consiste di due recinti facenti capo alla torre stessa. Essa è l’elemento dominante: si innalza su di un potente basamento a scarpa ed è dotata di un accurato paramento murario in sasso. 

Presenta diverse aperture tra le quali è degno di nota il portale sopraelevato ad arco che si affaccia sul recinto maggiore, composto di conci di pietra ben squadrati. Dei due recinti che fanno capo alla torre il principale, dal tracciato più antico, abbracciava un tempo sia il palazzo feudale, ancora esistente, che la rocca, demolita nel Settecento. Entro il circuito sorgeva anche un oratorio dedicato a Sant’Antonio da Padova, come si rileva da una notizia del 1660. L’ingresso al recinto murato avviene tramite un unico portale a sesto acuto composto da conci in tufo. Dal piazzale interno due rampe salgono agli spalti, camminamenti ottocenteschi sostenuti da muri e riempiti nel vano da terra e sassi.

Appena fuori dall’area recintata del fortilizio sorge la Chiesa di San Lorenzo, della quale si ha notizia dal 1276. Bombardata durante l’ultima guerra, è stata ricostruita spostando il campanile, che ora si trova isolato accanto all’abside.

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3. Lungo il torrente Scoltenna: il Ponte della Fola e il Ponte della Fola Alto

Situato nel comune di Pievepelago il Ponte della Fola si trova al confine tra Pievepelago, Riolunato e Groppo. Capolavoro ingegneristico risalente al Medioevo è l’unico ponte a due arcate in tutta l’Emilia. Le due arcate sono asimmetriche e a schiena d'asino. Ma cosa vuol dire fola? Vi sono varie interpretazioni: si potrebbe riferire ai termini di favola, leggenda, racconti che i pastori e i viandanti si raccontavano incontrandosi nei pressi del ponte.

Al contrario, il ponte della Fola Alto presenta un’unica arcata e presenta una vertiginosa peculiarità. Esso scavalca il fiume da un’altezza considerevole poggiando direttamente sulla roccia della gola scavata nel corso dei secoli dall’acqua del torrente. Visto dal basso è impressionante: immerso nel fitto verde della vegetazione il ponte sembra sospeso, un braccio naturale che collega le due parti di bosco scucite dall’alto strapiombo per poi ricongiungersi all’altra sponda e rimmergersi all’interno del bosco. Grossi massi giacciono ai suoi piedi, tracce di precedenti frane e detriti che la potenza dello Scoltenna ha trascinato a fondo valle. Il sentiero che lo attraversa fa parte del cammino di San Bartolomeo, sentiero che collega i luoghi dedicati al culto del santo tra l’Emilia e la vicina Toscana.

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