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Domenica, 28 Aprile 2024

VIDEO | Si bonifica l'ex polveriera di Spilamberto. Accordo Comune-università

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Una collaborazione a tutto tondo in diversi ambiti, culturali e scientifici, tra i quali un importante impegno nella bonifica di un sito inquinato: è questo il contenuto del Protocollo d’Intesa sottoscritto stamani, nella cornice dell’Aula Magna di Palazzo del Rettorato, tra l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e il Comune di Spilamberto. La cerimonia di firma, presieduta dal Magnifico Rettore Unimore, Prof. Carlo Adolfo Porro, e dal Sindaco di Spilamberto, Dott. Umberto Costantini, ha visto la presenza della Dott.ssa Irene Priolo, Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, il Dott. Massimo Glielmi, Assessore all’Ambiente del Comune di Spilamberto, e di una rappresentanza dello staff di ricerca di Unimore, coordinato dalla Prof.ssa Luisa Barbieri, docente di Fondamenti Chimici delle Tecnologie presso il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”.

Nuova vita per l'ex Sipe Nobel. Siglato il protocollo tra Unimore e comune di Spilamberto

Il fulcro di questa collaborazione, oggetto di uno specifico contratto attuativo che trae origine proprio dal Protocollo d’intesa, è l'attenzione verso una problematica ambientale di lunga data: la contaminazione da nitrocellulosa. Il sito su cui insisteva l’ex Società Italiana Prodotti Esplodenti Nobel – Sipe Nobel nel territorio di Spilamberto è stato al centro delle preoccupazioni ambientali per anni, ma grazie a questo accordo, si apre una nuova strada verso la sua risoluzione. La bonifica, oltre a rappresentare un importante intervento di pulizia, costituisce anche un'opportunità per trasformare un pericolo in risorsa.

La sua storia 

L'Ex Stabilimento Italiano Prodotti Esplodenti (SIPE) di Spilamberto è composto da una suggestiva polveriera napoleonica e edifici risalenti alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX secolo. Originariamente, nel XVI secolo, il Duca Alfonso I d'Este fece costruire un polverificio nell'area per modernizzare l'artiglieria del suo esercito. Durante la prima guerra mondiale, il complesso venne ampliato, e la produzione ebbe un significativo aumento. Successivamente, furono aggiunti impianti con architettura all'avanguardia, compreso un reparto per le grandi mine richieste dalla Marina Militare Italiana durante la seconda guerra mondiale. Dopo il conflitto, gli impianti furono riorganizzati, e negli anni Novanta, le produzioni militari furono definitivamente interrotte.

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