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Modena riabbraccia la sua fiera, pienone in centro per San Geminiano

Tante persone non hanno voluto rinunciare alla tradizione della passeggiata fra i banchi della fiera. Un'esperienza differente dal passato, ma che riconcilia con la città

Gli odori tipici della porchetta e del caramello strozzati dalle mascherine, la disposizione insolita dei banchi. I microfoni spenti dei venditori di panni asciugatutto, la difficoltà a riconoscersi in volto. Non è certo la Fiera di San Geminiano che ogni modenese conosce, ma quello della giornata di oggi è stato un appuntamento significativo per la città, che dopo due anni ha potuto rivivere la propria fiera, seppur in un modo doverso.

Un appuntamento al quale i modenesi non hanno voluto mancare, come ha testimoniato l'alta affluenza in centro storico si dalla prima mattina. Le folle congestionate pre-pandemia sono state in buona parte scongiurate, anche se inevitabilmente vi sono stati assembramenti considerevoli, specie lungo la via Emilia. Ma nel complesso la disposizione di banchi ha consentito una maggiore vivibilità. Il che certamente non guasta a prescindere dall'emergenza sanitaria.

FOTO - Fiera di San Geminiano 2022

Sono stati complessivamente 314 i banchi presenti in fiera, 60 in più rispetto alla fiera di Sant’Antonio. "Due settimane fa avevamo il covid e non c'eravamo", hanno confermato alcuni ambulanti. Il numero complessivo dei banchi è dunque rimasto bel an di sotto degli oltre 500 del 2020. Come per il 17 gennaio, anche questa volta nessuno si è collocato in piazza XX Settembre, una delle nuove aree messe a disposizione per “liberare” le strade più strette (per esempio, via Castellaro e via Scudari) ed evitare i doppi fronti. Alcuni ambulanti sono stati sistemati dagli operatori comunali in posteggi rimasti vuoti presenti in piazza Grande. Le nuove aree della fiera più utilizzate sono risultate così piazza Matteotti, con banchi anche a lato della chiesa del Voto, piazza Roma e largo San Giorgio con cartelli collocati sulla via Emilia per indicare che la fiera proseguiva anche in quella zona della città.

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Accessi limitati anche per le celebrazioni religiose. Le autorità cittadine hanno partecipato alla Messa in Duomo dove si è rinnovata la tradizione dei doni offerti dal Comune durante la messa pontificale: i due ceri votivi e l’olio che viene utilizzato per la lampada accesa perennemente nella cripta che ospita il sepolcro del santo. Anche quest’anno non si è svolto il corteo con le autorità, ma la banda cittadina, pur se in formazione ridotta, si è esibita fuori dalla Cattedrale.

Prima della messa l’Arcivescovo Erio Castellucci ha impartito la benedizione alla città con la reliquia del braccio di San Geminiano. La funzione è stata presieduta da monsignor Giacomo Morandi, vescovo eletto di Reggio Emilia – Guastalla, e concelebrata da altri prelati, alla presenza delle autorità civili e militari invitate dalla Diocesi per rispettare i limiti della capienza dell’edificio religioso suggeriti dall’emergenza sanitaria.

Ferma restando l'opinione di ciascuno sull'opportunità di realizzare o meno l'evento in questo preciso momento pandemico - e al netto di regole di "accesso" che sono ormai con tutta evidenza solo frutto della burocrazia - la fiera del Patrono ha rappresentato un momento importante per la città, un modo di ritrovarsi dopo due anni difficili e di provare a guardare oltre.

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