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Domenica, 28 Aprile 2024
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Decesso al 'Marconi', la rabbia del sindacato: "In quell’azienda stesso infortunio due anni fa"

La Cisl chiede alla Frantoio Fondovalle di sospendere i cantieri per una verifica della sicurezza. Cgil: “Ogni lavorazione ha bisogno di tempi congrui per evitare la fretta"

"Se in un’azienda avvengono due infortuni mortali quasi fotocopia in poco tempo significa che in quell’azienda ci sono gravi problemi di sicurezza". Non fa sconti la Filca Cisl Emilia Centrale commentando quanto accaduto la notte scorsa all’aeroporto "Marconi" di Bologna, dove il 52enne Alfredo Morgese è morto durante i lavori di riasfaltatura di una pista. Una dinamica - ancora da chiarire - che per il sindacato richiama quella dell'infortunio che il 4 agosto 2021 costò la vita a un lavoratore dipendente della stessa impresa, la Frantoio Fondovalle di Marano, impegnata all’epoca in un cantiere infrastrutturale in provincia di Parma. 

"Abbiamo parlato con alcuni colleghi della vittima che non si spiegano l’incidente – dichiara la segretaria generale della Filca Cisl Emilia Centrale Cinzia Zaniboni -  Ci hanno detto che frequentano i corsi di formazione, adottano le misure di sicurezza e indossano i dispositivi di protezione individuale. Nonostante ciò, negli ultimi tre anni due persone hanno perso la vita con modalità pressoché identiche. Evidentemente quel modo di fare formazione e prevenzione non è efficace. Per questo chiediamo all’azienda di fermare i molti cantieri nei quali è impegnata e condurre una rigorosa verifica sull’applicazione di tutte le norme di sicurezza. Naturalmente non ci accontenteremo di una semplice autocertificazione. Non basta avere le carte in regola, vogliamo i fatti concreti".

"Chiediamo anche di rivedere i turni di lavoro, che sono molto pesanti, soprattutto di notte, quando si abbassa inevitabilmente il livello di attenzione. Sappiamo che la stanchezza incide sulla sicurezza, per questo sono indispensabili adeguate turnazioni e congrui riposi", conclude la segretaria generale della Filca Cisl Emilia Centrale.
 
"Come ha detto ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le morti sul lavoro di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza – aggiunge Domenico Chiatto, responsabile della sicurezza sul lavoro per la segreteria della Cisl Emilia Centrale - Va rafforzato l’organico di ispettori e medici del lavoro, elevando la qualità del coordinamento tra i soggetti chiamati a fare i controlli. Bisogna incrementare le pene per il lavoro nero e grigio, visto che oggi – ricorda Chiatto - siamo fermi a ininfluenti sanzioni pecuniarie. Occorre istituire una “patente a punti” per qualificare le imprese e legare il rating sociale agli appalti. Serve un grande investimento sulla formazione, introducendo la materia anche nei programmi scolastici".

"Infine – conclude il responsabile della sicurezza sul lavoro per la Cisl Emilia Centrale – vanno sostenute nuove forme di partecipazione e coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, sia aziendali che territoriali".

“Restiamo in attesa delle indagini sulle dinamiche dell’incidente da parte della Magistratura, ma quello che possiamo affermare sin d’ora è che, in questo caso come in tanti altri, il problema sta nella fretta delle lavorazioni che sono causa di incidenti gravi e mortali” affermano invece Rodolfo Ferraro segretario Fillea Cgil e Aurora Ferrari segreteria Cgil Modena.

“Ogni lavorazione ha bisogno di tempi congrui per evitare la fretta, la legislazione italiana su salute e sicurezza in materia di lavoro è tra le più avanzate in Europa, quello che manca è la corretta applicazione e il controllo, il sotto-organico di Ispettorato e Medicina del Lavoro. A fronte di un totale di 311.000 occupati in provincia di Modena ci sono 43 ispettori e abbiamo stimato che la possibilità delle aziende di essere controllate sia una ogni vent’anni!” affermano i sindacalisti Cgil Ferraro e Ferrari. “Continuiamo a sostenere che servono misure per la qualificazione delle imprese, come l’introduzione della patente a punti, e come deterrente l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro” spiegano ancora i sindacalisti. Fondamentale anche applicare correttamente il contratto nazionale edile che prevede di investire in maggiore formazione di tutti gli addetti del settore. Non è possibile continuare a morire sul lavoro, il lavoro non può essere sinonimo di morte".

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