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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Leucemia infantile, rischi maggiori per chi vive vicino ai distributori di benzina

Lo rivela una ricerca condotta dalla Sezione di Sanità Pubblica del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, coordinata dal Prof. Marco Vinceti e finanziata da Aseop

Un studio scientifico tutto modenese ha esaminato il rischio di leucemia infantile in relazione alla vicinanza alle stazioni di rifornimento di carburanti. Dalla ricerca è emerso in maniera chiara un aumento del rischio di leucemia, sebbene impreciso, valutando l'esposizione come distanza dall'abitazione dei bambini (inferiore a 50 m) al distributore di benzina più vicino. Lo studio ha suggerito l'esistenza di una soglia di esposizione alle emissioni chimiche fuggitive dalle pompe del carburante (benzene e altri composti chimici), che aumenta il rischio di malattia, principalmente in base alla distanza da la stazione.

Una ricerca importante quella sulla principale rivista internazionale di epidemiologia, lo European Journal of Epidemiology, e realizzata dal gruppo di ricercatori della Sezione di Sanità Pubblica del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, guiati dal Prof. Marco Vinceti. Lo studio è stato finanziato da Aseop e condotto in collaborazione con i medici del Reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Modena e con il personale dell'Ingegneria Spaziale-Ambientale di Unimore.

Sono stati presi in esame i casi di 182 bambini, 148 dei quali con diagnosi di Leucemia Linfoblastica Acuta, e sono state messe in correlazione la disposizione spaziale degli impianti di rifornimento e le quantità di emissioni di benzene ed altri contaminanti con gli indirizzi di residenza dei piccoli affetti da queste patologie, giungendo a conclusioni che hanno confermato come il potenziale di rischio aumenti notevolmente quanto più si è vicini alla fonte di emissione.

Il prof. Marco Vinceti ha sottolineato: "Questi dati rappresentano non solo un importante ulteriore passo in avanti nella ricerca delle possibili cause della leucemia, la patologia oncologica infantile più comune, ma dimostrano con forza quanto sia importante la sinergia che si è venuta a creare tra medici di reparto, ricercatori e tecnici che insieme hanno collaborato, ognuno con le proprie specifiche competenze, per arrivare a dare risposte concrete alla domanda che ogni genitore si fa quando si trova di fronte ad una diagnosi di patologia oncologica: perché?”.

Come ribadito anche dal Dott. Giovanni Palazzi, referente del Reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Modena, infatti, “è fondamentale anche per noi medici partecipare attivamente a progetti di ricerca di questo tipo, perché ci consentono di avere strumenti sempre più efficaci nel nostro lavoro quotidiano di cura della patologia, e risposte sempre più esaustive per i genitori, che non di rado si sentono in qualche misura responsabili per quanto accaduto. Poter contare, inoltre, sul supporto di un’associazione come Aseop, ci garantisce, inoltre di poter condividere con la cittadinanza i risultati di questo studio, oltre che di continuare a sensibilizzare la comunità su una tematica che ancora spaventa”.

da Sx: Prof Sergio Teggi, Dott Giovanni Palazzi, Dott Claudio Vagnini, Erio Bagni, Ass. Roberta Pinelli, Prof. Tommaso Filippini, Prof Marco Vinceti-2

Ha ricordato Erio Bagni, presidente di Aseop ODV: “In quanto rappresentanti di una associazione di genitori, non possiamo certo trascurare l’importanza della ricerca in ambito oncoematologico. Per questo, da più di quindici anni, siamo al fianco del gruppo di lavoro coordinato dal Prof. Marco Vinceti, che supportiamo con forza nella sua opera straordinaria di studio sulle cause ambientali che concorrono all’insorgenza delle leucemie in età pediatrica”.

Lavorare in rete, unendo ambiti specialistici e conoscenze solo apparentemente lontane tra loro. Questa è stata la chiave che ha consentito ai ricercatori impegnati in questo studio di giungere a conclusioni del tutto nuove. Proprio l’importanza delle sinergie createsi tra attività cliniche, universitarie ed associazionismo è stata sottolineata dal Dott. Claudio Vagnini, Direttore Generale dell’AOU Policlinico di Modena, che ha voluto inoltre ribadire il ruolo fondamentale della prevenzione in ambito oncologico, ricordando come, nel territorio provinciale, siano sempre in aumento le nuove diagnosi, con numeri davvero importanti, tali da comportare un impatto del tutto rilevante sull’efficacia del sistema sanitario territoriale.

Ha concluso, quindi, l’Assessora Roberta Pinelli (Politiche Sociali, Accoglienza e Integrazione, Agenzia Casa Comune di Modena), che in rappresentanza del Sindaco Muzzarelli ha espresso sentito riconoscimento per i prestigiosi risultati mostrati dallo studio, ancora una volta sottolineando come non sarebbe stato possibile giungere a questo traguardo se non si fossero unite tante, e diverse, forze in campo.

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