Governare nel Belpaese, il mantra della stabilità che fa a pugni con la storia
L'Italia repubblicana ha avuto 67 governi in 76 anni. In media ciascun governo è durato un anno e un mese (arrotondando per eccesso). Il Governo Draghi è durato 17 mesi, quindi ben oltre la media.
Onestamente non capisco tanto clamore intorno alla caduta di un governo. Perchè stracciarsi le vesti sul concetto di stabilità? L'Italia non è mai stata stabile da un punto di vista dell'Esecutivo: la crisi di governo è una costante, la nostra normalità, quasi un tratto distintivo dell'identità politica nazionale. Ogni anno cambia il governo, così come ogni anno si festeggia il Natale.
Lo è a tal punto da assumere sempre di più i contorni grotteschi della commedia popolare. Diventa spettacolo televisivo, una fonte di intrattenimento. Le mosse dei partiti alla stregua delle strategie del calciomercato. Anche da prima che arrivassero i meme e i social network.
Se è così da sempre, un motivo ci sarà. Un motivo che va oltre il costume politico del Belpaese. Un elemento figlio – legittimo o illegittimo, scegliete voi - della forma democratica parlamentare che il nostro Stato si è dato.
Chi invoca la stabilità come un mantra dovrebbe forse interrogarsi, a questo punto, sull'opportunità di conservare questa forma istituzionale.
Se il Governo è il centro di tutto – e lo è, a discapito di quanto scritto sulla Carta Costituzionale – se il premier è così fondamentale da mettere in ombra il Parlamento perchè è a Palazzo Chigi che vengono prese le decisioni che mandano avanti il paese, allora perchè non cedere il passo ad una repubblica presidenziale?
Se in 70 e oltre anni di storia i tempi e le sensibilità sono cambiate, perchè non adeguare la forma di governo alla realtà? Perchè mantenere un'intermediazione rappresentativa sempre più incomprensibile?