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Cronaca Via Canaletto

Esondazione Secchia, il punto sui lavori di ripristino dell'argine

I Vigili del Fuoco al lavoro lungo l'argine sperano di chiudere la falla entro 24 ore, ma le acque continuano ad erodere le arginature. Serviranno 10mila metri cubi di pietre e ghiaia. Ancora impossibile aprire le porte vinciane per il deflusso dell'acqua dai campi

Per superare l’emergenza alluvionale, Aipo ha ritenuto necessario “aggredire” il varco nell’arginatura sia a valle che a monte, procedendo con il riempimento in via provvisoria dell’apertura con l’utilizzo di pietrame. Non vi è infatti soluzione diversa che non la riparazione della falla che si è venuta a creare all'altezza di San Matteo, dalla quale l'acqua continua a sgorgare copiosa, invadendo i campi e spingendosi verso nord. 

L’operazione è iniziata già ieri ed è tutt’ora in corso. Alcuni fattori stanno rendendo difficoltosi i lavori: in primo luogo la conformazione stessa della sommità arginale ha reso necessario costruire vere e propri terrapieni che permettessero ai mezzi pesanti di raggiungere il luogo di lavoro. Camion e macchine movimento terra percorrono infatti il Canaletto – chiuso al traffico veicolare – e posso usufruire di due piste di 500 metri per salire sopra l'argine e ridiscendere in corrispondenza del livello del fiume per depositare i materiali di riempimento. Altro elemento cruciale è il lavorio di erosione che l'acqua sta lentamente compiendo, rendendo necessario non una semplice gettata di terriccio, ma la posa di veri e propri massi pietrosi. Complessivamente, il volume del materiale ritenuto necessario per  concludere il lavoro è stimato in almeno 10mila metri cubi. 

L’obiettivo è chiudere nel più breve tempo possibile la breccia e garantire il progressivo tamponamento della falla entro le prossime 24 ore, ma va segnalato che alle ore 16 di oggi i lavori non erano ancora a buon punto e il tratto di argine da “ricucire” superava abbondantemente i 30 metri. Sul posto è attivo il Gruppo operativo speciale “Movimento Terra” dei Vigili del fuoco di Roma, coadiuvato dalle forze locali.

Resta poi il problema del deflusso delle acque. Attualmente, come ha spiegato il sindaco di Modena Giorgio Pighi, “non c'è un effettivo migliramento”. La soluzione consisterebbe dell'aprire le Porte vinciane e utilizzare il canale Naviglio come naturale “via d'uscita” per le acque, ma il livello di piena del Panaro non permette questa operazione. Una conferma  arrivata dal Consorzio di Bonifica, i cui canali sono stati completamente allagati per ridurre l'impatto dell'esondazione del Secchia, con una valvola di sfogo in corrispondenza dell'impianto di Bondeno. Bisognerà perciò attendere qualche ora per poter “riaprire i rubinetti” e far scendere il livello delle acque che ora stagnano su campi e centri abitati.

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