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Formaggio senza latte e vino senz'uva, come l'Europa copia il made in Italy

A Bologna anche gli agricoltori modenesi Coldiretti si mobilitano per difendere il Made in Italy, minacciato dai kit per la produzione di copie dei nostri prodotti tipici. Si sitma un giro d'affari di 60 miliardi di euro

Nella giungla del falso Made in Italy a tavola in vendita nelle principali capitali europee è alta la probabilità di trovare sullo scaffale, con nomi ed immagini e colori che richiamano l’Italia, i formaggi ottenuti dalla polvere o il vino zuccherato vietati nel nostro Paese, che è quello con le regole produttive piu’ stringenti di tutta l’Unione Europea. E’ quanto ha denunciato Coldiretti oggi al Paladozza di Bologna dove c’erano anche gli agricoltori modenesi con le migliaia provenienti da tutta la regione per denunciare tutto quello che viene venduto come “italiano” all’estero.

Sui mercati esteri, inaftti, sono ampiamente diffuse anche le imitazioni con l’agropirateria internazionale che fattura sul falso Made in Italy a tavola 60 miliardi di euro nel mondo, quasi il doppio dei prodotti originali. Una vera beffa per l’agricoltura modenese vantare ben 13 prodotti a certificazione Dop e Igp, 9 denominazioni di vini Dop e Igt oltre a 28 prodotti iscritti all’albo nazionale dei prodotti tipici.In testa alla classifica dei prodotti più taroccati - rileva la Coldiretti - ci sono i formaggi a partire dal Parmigiano Reggiano ma anche il Provolone, il Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina. Poi ci sono i nostri salumi più prestigiosi dal Parma al San Daniele che spesso “clonati”, ma anche gli extravergine di oliva, le conserve e gli ortofrutticoli come il pomodoro San Marzano. Se gli Stati Uniti sono i “leader” della falsificazione, le imitazioni dei formaggi italiani sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo.

Il similgrana low cost senza indicazione di provenienza - Nell’Unione Europea è permessa la vendita imitazioni low cost importate dall’estero del Parmigiano reggiano e del Grana Padano senza alcuna indicazione della provenienza e con nomi di fantasia che ingannano i consumatori.

Parmigiano kit – Nell’Unione Europea è stata scoperta dalla Coldiretti la commercializzazione di kit che promettono di ottenere in casa in pochi giorni alcuni dei formaggi italiani piu’ prestigiosi come il Parmigiano Reggiano

I formaggi dalla polvere - L’Unione Europea - sostiene la Coldiretti - ha chiesto all’Italia di non vietare l’utilizzo di polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare ai caseifici situati sul territorio nazionale. Una pratica consentita in tutti i Paesi dell’Unione Europea anche per la produzione di formaggi di tipo italiano.

La pasta di grano tenero che scuoce - In Italia vige la storica “legge di purezza”, la numero 480 del 4 luglio del 1967 e successive modificazioni, che impone l’obbligo di produrre pasta esclusivamente con grano duro che difende dal rischio di trovarsi quella scotta nel piatto come accade spesso all’estero.

Wine kit - il vino dalla polvere - L’Unione Europea permette la vendita di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette italiane piu’ prestigiose con la semplice aggiunta di acqua.

Il vino allo zucchero - L’Unione Europea consente ai paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero. Lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che con la Coldiretti ha combattuto una battaglia per impedire un “trucco di cantina” e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall'uva.

“Non è un caso che la mobilitazione a difesa del Made in Italy si sia tenuta in Emilia Romagna, la regione con il primato italiano ed europeo della qualità per il maggior numero di prodotti a denominazione di origine riconosciute dall’Unione Europea – sottolinea Francesco Vincenzi, presidente di Coldiretti Modena. L’ultima storica battaglia l’Italia l’ha dovuta combattere per difendere la legge del 1974 che vieta l’utilizzo di polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare ai caseifici situati sul territorio nazionale contro la quale la Commissione Ue aveva minacciato l'avvio della procedura di infrazione. Una battaglia che è stata vinta grazie alla mobilitazione della Coldiretti in Italia dove si continua a tener alta la qualità delle produzioni casearie, a differenza degli altri Paesi dell’Unione Europea dove si continuano a produrre e vendere formaggi senza latte, magari da “spacciare” come italiani ottenuti dalla polvere.”

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