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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Parte dal modenese l'avventura emiliana dell'olio extravergine di oliva scaligero

"Stiamo ricevendo molte proposte per Modena e provincia, ma anche da parte di nuovi clienti di altre zone della regione"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Nel modenese e in Emilia Romagna non ci sono produttori di olio extravergine di oliva, così un gran numero di ristoranti tipici, ed alberghi di ogni genere si affidano a quello di produzione veronese, con un vero e proprio boom di richieste per i prodotti Redoro, storico marchio scaligero considerato il più alto d'Italia. È quanto emerge dai risultati delle ultime fiere di settore come il Sol di Verona (Salone internazionale dell'olio extravergine di oliva), con agenti e rappresentanti, che stanno per entrare massicciamente nel modenese in particolare, per poi arrivare in tutta l'Emilia, non solo con l'olio, ma anche con altri prodotti del settore come tonno di qualità sott'olio di oliva e altro "Stiamo ricevendo molte proposte per Modena e provincia, ma anche da parte di nuovi clienti di altre zone della regione", spiega Daniele Salvagno, direttore commerciale dell'azienda scaligera, "e abbiamo in mente un prodotto che probabilmente troverà conferme entro gli inizi del nuovo anno, dedicato esclusivamente all' Emilia, tipico, dunque, per i famosi piatti della cucina modenese. Sarà una annata eccezionale, con un raccolto molto abbondante, perchè c'è stato molto sole ed è caduta la giusta pioggia. Un migliaio di piccole imprese raccolgono le olive che poi ci forniscono e siamo orgogliosi che il lavoro viene effettuato direttamente sull'albero, non quando il frutto cade a terra e si mescola ad altro. E' uno dei segreti del perchè l'olio Redoro è tanto genuino e buono. Esportiamo soprattutto in paesi ricchi come Russia, Giappone, Nord America, Nord Europa. Attualmente questo settore rappresenta il 43% della produzione e quindi del fatturato. Auspichiamo di arrivare a breve, ad essere presenti con il 50% del giro di affari nel comparto export,magari entrando all'interno di mercati importanti come Kurdistan e kazakistan, paesi senza cultura dell'olio ma molto ricchi che si stanno affacciando con insistenza alla qualità dei prodotti alimentari".

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