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Guglie di pietra, coni di fango, selvaggi altopiani e cascate: ecco cinque oasi naturali per una gita fuori porta

Viaggio tra le meraviglie del nostro territorio: dalla ciclovia lungo il Secchia al Rio Bucamante, che deve il suo nome alla tragica leggenda degli amanti Odina e Titiro, passando per il Parco dei Sassi di Roccamalatina

Non solo toccasana per gli occhi, è ormai comprovato che camminare nella natura apporti numerosi benefici psicofisici per l'essere umano, dall'aumento della creatività, della memoria e della qualità del sonno fino alla fortificazione del sistema immunitario: una consapevolezza radicata nella cultura orientale e in particolar modo in Giappone dove è molto diffusa un’antica pratica chiamata “Shinrin-yoku”, ovvero "bagno nella foresta". 

Guglie di pietra, coni di fango, selvaggi altopiani di boschi, cascate naturali e lungo fiumi nell'alta pianura sono solo alcune delle bellezze naturalistiche che arricchiscono il nostro territorio rendendolo il luogo perfetto per una gita nella natura con tutta la famiglia. Ecco una selezione di cinque tra parchi e oasi naturali per riscoprirsi meravigliati a pochi chilometri da casa.

Parco dei Sassi di Roccamalatina

Il Parco dei Sassi di Roccamalatina protegge 2.300 ettari di territorio adagiato sulle colline del Medio Appennino Modenese fatto di antichi castagneti, boschi e coltivi, nel cui centro svettano imponenti le guglie arenacee dei Sassi. Il Parco vanta la presenza di oltre il 31% dell'intera flora regionale. Tra le specie di maggior interesse ne compaiono alcune particolarmente rare per l'Emilia-Romagna tra cui Muscari negletum, Bibens frondosa, Vicia sparsiflora e le orchidee. Tra le più rare rinvenute troviamo Orchis tridentata, presente in una sola stazione, e Orchis provincialis che pur essendo non rara in Italia è stata inserita nella Convenzione di Berna tra le specie a rischio.

Per quanto riguarda la fauna, tra gli invertebrati spiccano il Gambero di fiume e il Lucanus cervus. La Lasca, il Vairone e il Cobite sono tra i più particolari per le specie ittiche. Nel mondo degli anfibi troviamo varie specie di tritoni come il Geotritone tipico del margine di grotta, il Tritone alpestre e il Tritone crestato, oltre a varie specie di rane come la appenninica e la dalmatina. Tra i rettili il Colubro di Riccioli, unica stazione segnalata per la Provincia di Modena. Ampia la varietà di uccelli con oltre 80 specie nidificanti tra cui il Falco pellegrino, il Succiacapre, il Calandro e l'Ortolano. Più di 40 sono le specie di mammiferi tra cui il Capriolo, il Tasso, la Volpe, l'Istrice e varie specie di chirotteri. A volte compaiono anche i lupi.

Tra i maggiori punti di interesse del parco troviamo il Bosco delle tane, il Sasso di Sant'Andrea e il Monte della Riva sotto il comune di Zocca; le grotte doline e gli inghiottitoi, i sassi e loro le arenarie a Guiglia e il fiume, sotto Marano sul Panaro. Situato a pochi chilometri dal paese di Guiglia, il parco si raggiunge dalla Via Emilia percorrendo la Provinciale 623 del Passo Brasa, che poi prosegue per Zocca.

Riserva Naturale Salse di Nirano

La Riserva naturale delle Salse di Nirano - istituita nel 1982 come prima Riserva naturale in Emilia-Romagna - si estende su 209 ettari nel territorio comunale di Fiorano Modenese e tutela il più vasto e peculiare complesso di "salse" della regione e, con quello di Aragona (Agrigento), il più importante d'Italia e uno tra i più complessi d'Europa. Nel 2004 la Commissione Europea ha individuato nell'intera area della riserva un Sito di Importanza Comunitaria (SIC), grazie alla presenza di 7 habitat naturali e seminaturali, oltre a specie animali ed essenze vegetali da proteggere.

Il nucleo centrale è costituito da un'ampia conca nella quale emergono una ventina tra coni e polle, dai quali fuoriescono acque salate miscelate ad argilla e idrocarburi: sono le salse di Nirano. Le salse hanno origine da depositi di idrocarburi principalmente gassosi (bolle di metano) e in piccola parte liquidi (petrolio), che, venendo in superficie, stemperano le argille e danno luogo alle tipiche formazioni a cono. Le salse sono particolari sorgenti di acqua fangosa e salata (da cui il nome) in cui gorgogliano bolle di gas costituite per il 98% da gas metano.

Questi "vulcani di fango" sono l'espressione superficiale della presenza, in profondità, di depositi di idrocarburi accompagnati da acque salate di origine marina. Le salse vengono considerate fenomeni "pseudovulcanici", in quanto hanno caratteristiche simili ai vulcani, ma hanno origini completamente diverse, non essendo collegate al magma ed essendo assolutamente fredde. Inoltre sono salate: da qui il nome salse.

Intorno all'area vasta della Riserva si trovano diversi punti d'interesse che meritano una visita: il Castello di Spezzano con il Museo della Ceramica, il Santuario della Beata Vergine del Castello e la tomba di Ciro Menotti. 

Riserva Naturale Sassoguidano

La Riserva naturale di Sassoguidano è situata nella media valle del Panaro, occupa 280 ettari nel comune modenese di Pavullo nel Frignano ed è costituita da un altopiano boscato che si allunga sulla imponente dorsale rocciosa del Cinghio di Malvarone (722 m.slm.). L'ambiente è quello della selvaggia valle del torrente Lerna, affluente del Panaro, che si sviluppa tra le rocce per poi aprirsi tra scoscese pareti e morfologie carsiche. Sull'altopiano, querceti e vecchi castagneti si alternano a verdi radure popolate da varie specie di orchidee e sede di piccole e interessanti zone umide.

La Riserva  racchiude al suo interno intereszsanti particolarità morfologiche, dalle pareti calcarenitiche del Cinghio colonizzate da una rada vegetazione erbacea e arbustiva, all'altopiano dove querceti e vecchi castagneti si alternano a verdi radure prative di origine carsica. In una di esse si trova una piccola zona umida, lo stagno di Sassomassiccio (Oasi WWF), quasi asciutto nei mesi estivi ma ricco di interessanti presenze vegetali e animali. Merita una visita anche l'Oratorio di Sassomassiccio così come la chiesa di Sassoguidano, la Torre di Niviano e il borgo Còrnola, tutti sotto il comune di Pavullo nel Frignano. 

Cascate del Bucamante 

Le Cascate del Rio Bucamante, celate tra i pendii boscosi di Serramazzoni, sono raggiungibili da Granarolo, risalendo il sentiero immerso nei boschi lungo il torrente, oppure da Monfestino. Le cinque cascate naturali e i rari esemplari di flora del luogo presentano un fascino particolare e costituiscono una delle oasi naturalistiche più belle e suggestive della collina modenese.

Ad aggiungere fascino al luogo la leggenda dei due amanti che si cela intorno al nome “Bucamante”: l’aristocratica Odina e il giovane pastore Titiro, i quali, non potendo vivere alla luce del sole il loro amore, ostacolato dalla famiglia di lei, si gettarono in quelle acque da quel giorno chiamate “Buca degli amanti”, appunto Bucamante.

Odina era solita fare lunghe passeggiate per i boschi in compagnia della sua domestica. Durante una di queste scampagnate incontrò il giovane pastore Titiro, anch’egli bello come un angelo. I due si innamorarono all’istante e, dopo quel primo giorno si incontrarono ancora, in segreto. Un giorno però, la domestica li sorprese e corse a raccontare tutto ai genitori di Odina, che decisero di rinchiudere la figlia nel castello.
Una mattina, però, Odina riuscì a fuggire e raggiunse Titiro. Quando i due innamorati udirono le voci dei domestici tra gli alberi capirono che per il loro amore non ci sarebbe stato scampo. Decisero così di gettarsi nella cascata. Nella caduta, il peso dei loro corpi avvinghiati fece cedere il terreno sotto la cascata, che da allora – in omaggio a questa tragica vicenda – prende il nome di Bucamante.

Per ammirare le Cascate si può seguire il sentiero che segue il corso del fiume. È il sentiero n. 1 denominato “Odina”. Questo è lungo circa 2,2 chilometri se percorso all’andata e al ritorno. Si può prendere il sentiero dal parcheggio di Granarolo, arrivando dalla SS12 e seguendo indicazioni per Pazzano e cascate Bucamante.

Riserva Naturale Cassa di espansione del fiume Secchia

La Riserva naturale della Cassa di espansione del fiume Secchia è situata poco a nord della Via Emilia tra le province di Modena e Reggio Emilia. Tutela una zona umida dell'estensione di 260 ettari derivata da un'importante opera idraulica per la mitigazione delle piene del Secchia e le fasce di bosco golenale che si sviluppano ai lati del fiume. Istituita nel 1996 dalla Regione Emilia-Romagna è affidata alla gestione dell'Ente per i Parchi e la Biodiversità Emilia Centrale. 

Al suo interno si trova il "Percorso Natura Secchia", un itinerario ciclopedonale posto sulla sommità dell’arginatura fluviale del Secchia, che si sviluppa in sponda destra dalla località "Il Pescale" (comune di Prignano sulla Secchia) a Ponte Alto di Modena, e in sponda sinistra da Ponte Alto fino al confine con il territorio del comune di Concordia, per un totale complessivo di oltre 70 chilometri.
Il percorso è interamente pianeggiante, salvo i dislivelli di salita e discesa dagli attraversamenti (ponti) e dagli argini fluviali; esso presenta fondo asfaltato nel primo tratto dal Pescale a Borgo Venezia, per il resto è tutto su ghiaia naturale, stabilizzata o terreno compattato. In molti tratti il Percorso Natura Secchia si sovrappone alla ciclovia del Secchia e al percorso europeo Eurovelo 7. 

Tra i punti di interessa all'interno della Riserva segnaliamo l'Acetaia del Parco, il Giardino dei Frutti Antichi e l'Orto botanico delle erbe rare palustri, tutti sotto il comune di Campogalliano. 

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