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Linea Modena-Sassuolo, futuro incerto ma "esclusivamente per il trasporto pubblico"

L’assessora Filippi ha risposto all’interrogazione della consigliera Rossini (Fd’I): “Qualsiasi mezzo la percorrerà rimarrà a uso esclusivo e le interferenze vanno ridotte”

Nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 28 settembre è stata dibattuta l’interrogazione della consigliera Elisa Rossini di Fratelli d’Italia sullo studio sul riassetto del trasporto pubblico modenese commissionato ad Amo dal Comune. La consigliera ha chiesto, in particolare, “per quale ragione si è deciso di procedere con la realizzazione del sottopasso di Via Panni in mancanza degli studi di fattibilità” e “di un progetto complessivo con un cronoprogramma stabilito che coinvolga le altre intersezioni tra la linea ferroviaria Modena-Sassuolo e la rete viaria”, e come si intende risolvere il problema dei rallentamenti dovuti alla presenza della linea ferroviaria in particolare in via Morane, via Fratelli Rosselli e via Contrada.

L’assessora alla Mobilità sostenibile Alessandra Filippi ha ribadito che gli studi di fattibilità hanno lo scopo di mettere a confronto le diverse soluzioni tecnologiche, ma che il mandato politico di mantenere la linea Modena-Sassuolo come un corridoio riservato al trasporto pubblico è chiaro: “Qualsiasi mezzo lo percorrerà, il corridoio della linea Modena-Sassuolo sarà mantenuto a uso esclusivo del trasporto pubblico locale. Il sottopasso di via Panni in corso di realizzazione, quindi, riducendo le interferenze, contribuirà, comunque, a garantire vantaggi rispetto alla sicurezza e alla velocizzazione della linea”.

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“Come già comunicato in risposta a un’altra interrogazione analoga della consigliera – ha proseguito – nel dicembre 2019 Comune di Modena e Ferrovie Emilia-Romagna srl hanno approvato un protocollo d’intesa per la realizzazione di interventi infrastrutturali, volti alla razionalizzazione e al miglioramento delle condizioni di sicurezza di punti di interferenza fra la viabilità stradale e la rete ferroviaria regionale Modena-Sassuolo sul territorio comunale di Modena. L’obiettivo del protocollo era l’individuazione di soluzioni adeguate per migliorare le condizioni di sicurezza della linea ferroviaria, minimizzare le interferenze con gli altri sistemi della mobilità urbana e aumentare le potenzialità della linea, nella prospettiva di realizzare un asse strategico della mobilità su ferro nella provincia, in coerenza con il quadro normativo e di pianificazione di livello regionale, provinciale e comunale”. Filippi ha quindi ricordato come nell’accordo siano stati individuati una serie di interventi su sette degli otto passaggi a livello ricompresi tra la Stazione Piccola e via Panni, con esclusione del passaggio a livello di via Fratelli Rosselli per il quale è impossibile trovare una soluzione se non l’interramento della linea. “Sono state individuate anche priorità di intervento – ha aggiunto – nello specifico la realizzazione dei sottopassi di via Panni e strada Morane per consentire una maggiore percorribilità del traffico su due arterie stradali importanti per l’accesso alla città, coniugando l’incremento della sicurezza degli utenti con il miglioramento del contesto ambientale ed abitativo delle aree interessate, soprattutto dopo l’intervento di installazione del Sistema di controllo marcia treno che comporterà un allungamento dei tempi di chiusura dei passaggi a livello”.

L’assessora ha quindi ricordato che i passaggi a livello distanti meno di due chilometri l’uno dall’altro, con il nuovo Sistema devono obbligatoriamente essere raggruppati in gruppi a funzionamento concatenato con chiusura contemporanea dei passaggi nello stesso gruppo: “L’effetto sarà che l’ultimo passaggio a livello in ordine di marcia del treno si chiuderà insieme al primo incontrato dal treno, ma sarà anche l’ultimo a riaprirsi. Di fatto, quindi – ha aggiunto – senza l’eliminazione dei passaggi a livello non saranno percorribili contemporaneamente le strade ricomprese nel tratto da strada Morane a via Panni; con la realizzazione del sottopasso di via Panni le strade non percorribili contemporaneamente saranno quelle nel tratto tra strada Morane e via Mantegna; con la realizzazione del sottopasso di strada Morane rimarranno non percorribili contemporaneamente le strade ricomprese tra via Treviso e via Mantegna”.

L’assessora ha quindi ricordato che gli studi di fattibilità, relativi alla revisione delle linee di trasporto urbane, all’hub intermodale e alla comparazione di varie soluzioni tecnologiche sulla linea ferroviaria Modena-Sassuolo, sono stati consegnati da Amo al Comune e approvati in linea tecnica dalla Giunta ai fini della rendicontazione al Ministero nel mese di aprile. E, nel mese di luglio, tutti gli studi sono stati presentati nel corso di una Commissione consiliare congiunta e consegnati ai consiglieri. “Con contributo economico diretto – ha aggiunto – l’Agenzia per la Mobilità di Modena ha inoltre richiesto ai progettisti, su mandato del Comune, un ulteriore approfondimento tecnologico sulla linea Modena-Sassuolo, relativo al tram–treno”.

Il dibattito in Aula

L’interrogazione della consigliera Elisa Rossini di Fratelli d’Italia sullo studio sul riassetto del trasporto pubblico modenese commissionato ad Amo dal Comune di Modena, alla quale ha risposto l’assessora alla Mobilità Alessandra Filippi, è stata trasformata in interpellanza.

Aprendo il dibattito, Barbara Moretti (Movimento 5 stelle) ha definito il progetto del sottopasso di via Panni “l’emblema della mancanza di una visione prospettica e organica di sviluppo del trasporto pubblico. Invece di ragionare insieme su tutti i nodi critici, si realizza un’opera costosissima e segmentata che rischia di restare una cattedrale nel deserto. A Modena – ha aggiunto la consigliera – manca un piano generale del traffico soddisfacente: abbiamo perso il treno della metrotranvia per rimanere sui bus e anche le piste ciclabili non sono ancora strutturate in una logica di rispetto dei cittadini”. Chiedendo una nuova commissione consiliare per discutere dei contenuti degli studi di fattibilità, Giovanni Silingardi ha espresso dubbi sull’utilità del sottopasso di via Panni rispetto agli scenari disegnati nello studio su Gigetto, “che individua diverse ipotesi nelle quali, però, il sottopasso non c’entra”. In merito allo studio sul Tpl, il consigliere ha affermato che “i numeri previsti per il suo funzionamento sono molto bassi rispetto agli sforzi necessari. Temo – ha concluso – che questi studi siano una montagna che produce un topolino e mi dispiace perché condividiamo la necessità di un trasporto pubblico che funzioni”.  

Diego Lenzini (Pd) ha ribattuto che “una visione organica della trasformazione del trasporto pubblico esiste ed è stata approvata anche dal Consiglio comunale con diversi ordini del giorno, non votati dalla Lega perché ritenuti poco rispettosi delle esigenze degli automobilisti. Il sottopasso di via Panni – ha proseguito il consigliere – fa parte di questa visione che prevede anche essere pronti per quando, con la tecnologia marciatreno, i passaggi a livello resteranno chiusi per tempi più lunghi senza ingessare la città”.

In replica, la consigliera Rossini ha affermato che “gli studi di fattibilità dimostrano, plasticamente, che il sottopasso di via Panni è inutile e le diverse soluzioni proposte confermano che non c’è una visione organica sulla linea”. La consigliera ha espresso dubbi anche sull’hub intermodale (“Un progetto vecchio, per il quale lo studio di fattibilità non cita numeri e non risolve i problemi di realizzazione”), e sulle corsie preferenziali e l’incremento del servizio dei bus: “Anche in questo caso, gli studi non prendono in considerazione i problemi di realizzazione e non prospettano soluzioni”.

Concludendo il dibattito, l’assessora Filippi ha precisato che gli studi di fattibilità sono funzionali a un approfondimento tecnico delle linee generali di trasformazione ed efficientamento del trasporto pubblico locale previste dal Pums, il Piano urbanistico per la mobilità sostenibile, che prevedono, appunto, di puntare sul trasporto pubblico all’interno di una visione di ampia scala, urbana ed extraurbana. “Abbiamo potuto cogliere – ha sottolineato ancora l’assessora – l’occasione offerta dal ministero con finanziamenti destinati agli studi di fattibilità proprio perché avevamo già i progetti ed eravamo pronti”.

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