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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica Campus Universitario / Via P. Vivarelli

Le tende della sinistra universitaria al Campus di Ingegneria per chiedere alloggi e servizi

Flash mob di Udu Modena questa mattina, sulla scia della mobilitazione nazionale. Sostegno dal Partito Democratico

“Vogliamo poter studiare e lavorare in Italia. Vogliamo un futuro qui, senza essere costretti ad emigrare”. Sono le parole chiavi della mobilitazione nazionale promossa dall’associazione degli studenti universitari Udu  la sigla sindacale della sinistra studentesca - composta da oltre 25 iniziative in altrettante città, con modalità varie: tendate, presidi, flash mob, striscionate. Lo slogan “Vorrei un futuro qui” è risuonato oggi anche a Modena, nel corso di un sit in con tende e striscioni  presso il Dief-Dipartimento Ingegneria Enzo Ferrari.

L’Unione degli Universitari torna a protestare in tutta la penisola, chiedendo interventi urgenti sul tema del caro studio. Il sindacato studentesco boccia il Governo, denunciando l’assenza di una strategia su alloggi universitari, affitti, utilizzo del Pnrr, borse di studio, caro libri e salute mentale.​ Cgil e sindacato inquilini Sunia sono stati al fianco degli studenti modenesi nella mobilitazione.

“Tra aprile e maggio abbiamo piantato le tende in venti città, eppure – spiegano dall’Udu – non è servito a nulla. A settembre torniamo nelle aule universitarie, trovando una situazione peggiorata. Gli affitti sono aumentati, i libri costano di più. E il Governo cosa ha fatto nel frattempo? Non solo non ha previsto nuove misure di supporto, ma ha addirittura sprecato le risorse del Pnrr per studentati di lusso, dichiarando alla Commissione Europea dei posti letto aperti da anni come se fossero nuovi. Ci sentiamo presi in giro. Alla Presidente Meloni che pochi giorni fa ci ha accusato di odiare gli italiani, rispondiamo con la mobilitazione nazionale”.

Anche il Partito Democratico modenese ha espresso appoggio ad Udu: "È una scelta di civiltà, un tema d’importanza capitale quello di offrire opportunità abitativa ai giovani che scelgono la nostra città per la loro formazione universitaria e l’emergenza del caro affitti mina il diritto allo studio di migliaia di giovani", commenta Anna De Lillo, Responsabile Giovani e Città Universitaria del Partito Democratico di Modena Città. "Modena? Certo, la nostra città fa il possibile e la costruzione prevista degli studentati alle ex Corni e alla Caserma Sant’Eufemia ne sono la dimostrazione, così come le ipotesi di alloggi in via Bonacorsa e Santa Barnaba, ma è indispensabile l’azione del Governo, che al contrario delle istituzioni locali non si sta muovendo in nessun modo nella direzione di un aiuto concreto agli studenti, per porre un argine ai prezzi: il ministro Valditara non dà alcuna risposta e i fondi del PNRR che erano vincolati alla costruzione di 7.500 posti letto nuovi sono stati destinati a studentati privati preesistenti, dove una stanza può arrivare a costare anche 1000 euro al mese. Come Pd allora vogliamo che i fondi servano per realizzare alloggi universitari che siano nuovi e soprattutto pubblici, con costi accessibili e compatibili con le borse di studio e le possibilità economiche degli studenti fuori sede e delle loro famiglie.

Sulla vicenda si esprime anche Marcello Beccati segretario sindacato inquilini Sunia Cgil Modena: Gli universitari sono una categorie in grande difficoltà economica e la spesa più consistente è quella dell’alloggio. Ciò si inserisce in un contesto in cui il problema degli alloggi per studenti, altro non è che la punta dell’iceberg del ben più ampio problema di mancanza di alloggi per la locazione. Occorre – prosegue Beccati-  una nuova politica e un progetto complessivo di diritto allo studio, all'interno del quale devono essere individuate anche forme di sostegno abitativo per gli studenti fuori sede, altrimenti il concetto stesso di mobilità studentesca rischia di scomparire in questo Paese, bloccando ulteriormente le possibilità di sviluppo ed evoluzione sociale. Udu e Sunia ribadiscono che la convocazione della Cabina di regia sugli alloggi universitari a Palazzo Chigi, seguita alla rimodulazione della quarta rata del Pnrr, non solo non risolve i problemi sulla condizione allarmante per gli universitari fuori sede, ma chiarisce ulteriormente quanto il Governo nazionale operi a favore dei più abbienti a spese dei cittadini e delle cittadine più in difficoltà. Occorre una nuova politica – conclude Beccati- istituire fondi e mettere sul mercato quel patrimonio “non abitato” che oggi alberga in gran parte delle città di questo paese.”

Un momento del flash mob-2

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