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Cronaca Mirandola

Frodi creditizie anche dopo l'arresto, sequestrati 8 milioni a Massimiliano Sciava

L'imprenditore mirandolese, arrestato lo scorso anno e rinviato a giudizio, è stato raggiunto da un provvedimento di sequestro preventivo nell'ambito di una nuova indagine della Guardia di Finanza sulle sue attività

Nuovi guai per l'imprenditore mirandolese Massimiliano Sciava, attivo nel settore dell somministrazione di manodopera, noto alle cronache per essere finito al centro di un'inchiesta per frode fiscale e autoriciclaggio lo scorso anno. Dal 5 settembre ad oggi, su delega della Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza di Modena ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo d’urgenza di circa 8 milioni di beni a carico di Sciava, ora indagato per il reato di indebite compensazioni di crediti inesistenti.

Il provvedimento cautelare reale è stato emesso dopo un’articolata attività investigativa avviata nel mese di aprile di quest'anno. In particolare l’inchiesta ha avuto origine dallo sviluppo dei dati acquisiti nel corso di pregresse indagini coordinate da questa Procura della Repubblica nei confronti dell’imprenditore per la medesima ipotesi di reato, culminate, nel 2022, con l’emissione nei suoi confronti di un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere, cui è seguito il rinvio a giudizio.

Le investigazioni hanno consentito di acquisire fonti prova sulle modalità con le quali l’imprenditore mirandolese, nonostante dal mese di agosto 2022 fosse sottoposto in altro procedimento penale alla misura cautelare personale (dapprima della custodia in carcere, poi sostituita con gli arresti domiciliari), avrebbe continuato a porre in essere attività contabili e finanziarie di natura fraudolenta al fine di generare crediti d’imposta inesistenti per rilevanti importi. Crediti che venivano anche utilizzati per abbattere il debito tributario verso l’Erario dovuto dalle società riconducibili al principale indagato (per circa 6 milioni di euro) e per compensare debiti di società terze ubicate in Campania e nel Lazio, a cui erano stati ceduti dietro pagamento di una percentuale del loro valore nominale, per un importo pari a circa 2 milioni di euro. Il profitto dei reati contestati, oggetto del provvedimento cautelare reale, ammonta a circa 8 milioni di euro.

In esecuzione del decreto di sequestro preventivo emesso d’urgenza dal Pubblico Ministero, per il quale è stata richiesta la convalida al competente Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Modena, sono state complessivamente sottoposte a vincolo cautelare disponibilità finanziarie per oltre 2 milioni di euro, rinvenute sui conti correnti delle società riconducibili alle persone indagate, oltre a quote di 12 immobili di proprietà del principale indagato, situati  nelle province di Modena e Ravenna, per un valore stimato di circa 500mila euro.

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