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social Centro Storico / Via Leodoino Vescovo, 10

La Modena nascosta | Ca' Zemian, l'opera d'arte che narra il miracolo di San Geminiano

L'opera è stata realizzata nel 2017 dagli artisti modenesi Luca Zamoc e Luca Lattuga e mostra con tonalità simboliche di nero e di bianco l'arrivo degli Unni in una Modena improvvisamente invisibile, nascosta dalla coltre di nebbia fatta discendere da San Geminiano

Al civico 10 di via Vescovo Leodoino, in pieno centro storico, vi è, all'interno di Palazzo Bentivoglio, una cappella sconsacrata le cui mura interne narrano attraverso figure intrecciate, simboli e pennellate di bianco e di nero, il miracolo più conosciuto del patrono di Modena, San Geminiano.  Di fatto, il progetto di arte murale prende il nome di Ca' Zemian, dal dialetto modenese "casa di Geminiano", e riporta  i suoi visitatori indietro nel tempo, precisamente al 26 gennaio del 452, mostrando l'arrivo di Attila e degli Unni in una Modena improvvisamente invisibile, nascosta dalla coltre di nebbia fatta discendere dal santo patrono.

L'opera è stata realizzato nel 2017 dagli artisti modenesi Luca Zamoc e Luca Lattuga in collaborazione con Food For Soul, associazione no profit di Massimo Bottura e Lara Gilmore, e Fondazione Auxilium. Gli spazi sono quelli della storica mensa "La Ghirlandina", ribattezzati in refettorio Geminiano.

L'opera: simbologia e rappresentazione visiva in bianco e nero

"Le figure e i simboli dipinti sulle pareti degradano dal caos inquietante del nero assoluto (lato ovest)  alla purezza luminosa ed evanescente del bianco puro (lato est). La lotta e l’inquietudine tramutano lentamente in smarrimento ed estasi. Un’entità appare al centro della conca absidale, misteriosa".

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Il bianco e il nero. L'oscurità e la luce. Nel mezzo, la lotta, la tensione che propende verso i due opposti. Questi sono gli unici colori scelti ed utilizzati dagli artisti dell'opera, Luca Zamoc e Luca Lattuga, per rappresentare il miracolo - e ciò che lo precede - di San Geminiano.

Diversi i simboli e le figure, umane, vegetali e animali, rappresentate lungo le pareti dell'ex cappella di Palazzo Bentivoglio: gli Unni colti nel momento della fuga, gli Unni intenti a rapire una donna, uomini intenti a liberarla, Attila.

Per dipingere Attila - è riportato sulla pagina Facebook di Ca' Zemian - "Luca Zamoc prende riferimento da una pittura murale di Eugene Delacroix a Palazzo Bourbon di Parigi (1838-1847), cercando di renterpretare in chiave moderna il condottiero unno. Lo sguardo del cavaliere è basso e rispettoso, come se si inchinasse davanti al cospetto della nebbia. Invece che di una lancia viene armato del bastone di Esculapio, simbolo pagano a tutt'oggi conosciuto come simbolo della farmacia, scelto per rappresentare l'ambigua natura di Attila - sia salvifica che punitiva - in quanto si proclamava "Flagello di Dio". Nella fibia troviamo un altro simbolo  pagano, quello del "Horned God" della Wicca, riferito alla sua natura maligna, che ribilancia il simbolo benefico dell'Esculapio".

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