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Beatificazione di don Luigi Lenzini, cerimonia in Piazza Grande

Sbato 28 maggio si terrrà la Messa presieduta dal cardinale Marcello Semeraro in Piazza Grande, alle 16. Le iniziative diocesane in vista della celebrazione

Il "venerabile servo di Dio" don Luigi Lenzini, sacerdote e martire, sarà beatificato a Modena sabato 28 maggio, nel 141° anniversario della nascita. Lo ha reso noto l’arcivescovo Erio Castellucci, «con grande gioia e riconoscenza a Dio e al Santo Padre Francesco», annunciando che «la beatificazione si terrà in Piazza Grande, alle ore 16, nel corso della Messa presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, rappresentante del Santo Padre».

La comunicazione ai sacerdoti dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola è stata data durante il ritiro generale del clero di giovedì 17 febbraio, nella chiesa di San Giovanni Bosco, dove don Alberto Zironi, a nome del comitato per la beatificazione di don Luigi Lenzini, ha illustrato tutte le iniziative in vista della celebrazione del 28 maggio, chiedendo di darne diffusione nelle comunità parrocchiali. Iniziative che riguarderanno anche il settimanale diocesano “Nostro Tempo”, con una rubrica fissa curata dalla postulatrice Francesca Consolini e dal marito Fausto Ruggeri a partire da domenica 6 marzo. Consolini e Ruggeri, inoltre, si occuperanno della pubblicazione di un volume sulla vita del futuro beato, il cui martirio è stato riconosciuto da papa Francesco il 27 ottobre 2020.

Don Luigi Lenzini, nato il 28 maggio 1881 a Fiumalbo, fu ucciso nella notte tra il 20 e 21 luglio 1945, a Crocette di Pavullo. In queste due comunità si sono svolte le celebrazioni presiedute dal vescovo Castellucci con cui, il 21 luglio e il 1° agosto scorso, si è aperto l’anno di preparazione alla beatificazione; un anno da vivere, come ricordava il vescovo, «con i sentimenti evangelici dell’amore e del perdono», perché «con Cristo, l’ultima parola non è mai “morte”, è sempre “vita”; l’ultima parola non è mai “odio”, è sempre “amore”. Questa è la vendetta di Dio, questa è la strada della Chiesa. Il trionfo dell’amore: questo mi pare il messaggio più incisivo che il nostro martire ci ha lasciato».

Nella chiesa di Crocette, luogo del martirio, don Lenzini avrà una nuova sepoltura: è stato infatti presentato il progetto per custodirne le spoglie – ora contenute nella parete laterale destra, sotto l’immagine della Madonna – in un pilastro in marmo bianco che andrebbe a innestarsi nell’altare centrale, con basamento, cimasa e croce in marmo rossi e un solco, riempito in pasta di vetro rosso, a rappresentare la terra che raccoglie il sangue dei martiri dando frutto per la Chiesa.

Sempre in preparazione alla beatificazione, l’Arcidiocesi di Modena-Nonantola ha predisposto due sussidi: uno con gli schemi di preghiera per l’adorazione eucaristica e uno sui luoghi del venerabile servo di Dio don Luigi Lenzini (Fiumalbo, Modena, Casinalbo, Finale Emilia, Roncoscaglia, Montecuccolo, Gaiato e Crocette di Pavullo). Entrambi sono disponibili, ad offerta libera, negli Uffici di Curia.

La storia di don Lenzini

Don Luigi Lenzini nacque a Fiumalbo il 28 maggio 1881. Ordinato sacerdote nel 1904, fu cappellano a Casinalbo e a Finale Emilia. Dopo il 1912, la sua vita si svolse soprattutto nel natio Appennino, prima come parroco a Roncoscaglia - dal 1912 al 1921 - quindi a Montecuccolo, fino al 1937. Non più giovane, si sentì chiamato ad entrare tra i Redentoristi. Fu solo una breve parentesi: nel 1939 divenne parroco di Crocette, in quell’Appennino che nel 1944/45 divenne l’immediata retrovia della Linea Gotica, luogo di scontro tra le forze nazi-fasciste e le formazioni partigiane, mentre si attendeva l’arrivo degli angloamericani. Come molti parroci, don Lenzini nascose persone braccate dagli occupanti e si prodigò per aiutare i suoi parrocchiani, di qualunque estrazione fossero. Le settimane successive alla Liberazione furono caratterizzate da scontri politici estremamente aspri: in questo contesto, don Lenzini parlava alto e forte in difesa della fede cattolica e contro la violenza. A Messa ripeteva: «Mi hanno imposto di tacere, mi vogliono uccidere, ma il mio dovere debbo farlo anche a costo della vita». Nella notte del 21 luglio 1945, un gruppo di ex partigiani sbandati irruppe in canonica, trascinando via l’anziano parroco, in camicia da notte. Il suo corpo fu rinvenuto alcuni giorni dopo, semisepolto in una vigna.

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